Venerdì mattina . Il braccio destro mi fa male tanto che non
riesco ad alzarlo e le costole in basso a sinistra anche. Scesa dal treno mi
fermo alla farmacia della stazione e mi prendo una scatola di cerotti e una di
bustine antidolorifici. Una volta pagato, mi metto in disparte un attimo mi
tiro su la maglia mi metto due cerotti, mi tracanno una bustina e via che vado
a prendere la bici per raggiungere il mio posto di lavoro.
La caduta in bici di mercoledì sera si fa sentire...
“Questo fine settimana mi rilasso!!!” dico con la mia
collega. “Si si, con sto male al braccio me ne sto buona buona , sarei da... sai
un agriturismo in mezzo al nulla con un tipo che mi fa un corso di cucina
vegana…hahah,ma dai scherzi a parte magari mi metto li ed è la volta buona che imparo anche a
cucinare qualcosa….si dai relax totale!!!”
Declino la richiesta di un amico che ci invita ad
arrampicare “con sto braccio non ce la faccio…” e valuto di partire per il
lecchese dove dei nostri amici si ritrovano per un giro in mtb. Ho una gran
voglia di rivederli, ma viste le mie condizioni penso ad un alternativa treck
mentre loro pedalano per poi ritrovarci “alla birra”.
Dopo pranzo Marco mi manda un messaggio “cosa facciamo
domani!?” e io gli rispondo mandandogli un linck su” we rilassanti in bagni di
birra”
Poi mentre sono al pc mi arriva un messaggio da Simone :”domani
e domenica vi va di andare sul rosa?”
Azzz!!!!!!Giro subito il messaggio a Marco, sono entusiasta
e non penso più ai mie dolori!!! “ma non stai male??!!!mi dice “ma no dai poi
dobbiamo muovere le gambe mica le braccia, mi prendo qualche antidolorofico….”
Ritorniamo ai nostri relativi lavori senza darci una
risposta e quando a casa ci troviamo faccia a faccia non importa che ci diciamo
niente. Chiamo Simone per accordi e iniziamo a preparare la roba.
Cerchiamo di fare lo zaino più leggero possibile, ma siccome
Simone mi dice che il rifugio è chiuso ci prepariamo al bivacco con cibo
pentolini e fornellino portatile.
Verso le dieci finalmente mi fermo, accendo il pc e inizio a
studiarmi l’itinerario….e mi accorgo che il rifugio è aperto!!!!!!!!Mando un
messaggio a Michele (altro compagno della spedizione) che dopo qualche minuto
mi richiamo dicendo di aver già prenotato!!!!E per fortuna, visto le temperature
che ci aspettano!!!!!
Insomma ormai la macchina è in moto e non si può più
fermare!Ci siamo Io Anny (perché se lo chiamo Marco non mi risponde..) Simone
Michele che ci eravamo già “provati la febbre” sul grampa e a noi si unisce
anche Giorgio, che capiamo subito che di montagna ne ha masticata e ne mastica
a manetta!
Primo Giorno.
La sveglia è alle 4,30 del mattino nel giro di un oretta ci
raduniamo tutti, riempiamo la nostra macchina e partiamo. Verso le 10:30 siamo
già a Staffal, ci carichiamo zaino e sci e ci incamminiamo verso il
luuuuuuuungo lunuunghisssimo sentiero che ci porterà alla nostra prima tappa al
rifugio città di mantova.
Partiamo tranquilli…sappimo di avere tutta la giornata
davanti e quasi 1800 metri di dislivello da fare….e dobbiamo tenercene anche
per domani di forza!
Vicino al parcheggio che ci lasciamo alle spalle c’è un
elicottero che fa avanti e indietro per scaricare immondizia, caricare viveri e
clienti per portarli al rifugio. Ci facciamo una risata all’idea di pagare 50
euro a cranio e prenderlo anche noi e ci incamminiamo verso le piste.
Dopo un paio d’ore le lasciamo il sentiero per immergerci in
un paesaggio maestoso e selvaggio. Oltre a noi ci sono solo altri due ragazzi
che salgono con molta fatica.
Il sole il caldo e la fatica ci cuociono letteralmente passo
dopo passo. Dopo i tremila un po inizia a farsi sentire anche la quota,
forse,ma forse è anche tutto l’insieme di cose..
Dopo quasi 6 ore con molta calma finalmente raggiungiamo il
rifugio. Sono stanca, ma sento che le mie gambe ce la possono ancora fare.
Il panorama intorno a noi è semplicemente maestoso! Da ogni
lato in cui ci giriamo siamo circondati da un mare di montagne….di enormi
montagne!!!!la nostra carica emotiva è ancora più forte della stanchezza.
Dopo aver ammirato la bellezza e l’unicità del panorama ci
ritiriamo al calduccio del rifugio per scaldarci mangiare, bere e recuperare le
nostre forze
Domenica giorno due:
la sveglia è alle 4,30. Con fatica sgusciamo fuori dal
calduccio dei nostri lettucci e tra luci di frontali e tintinnii di moschettoni
prepariamo velocemente lo zaino per scendere a far colazione.
Mi metto altri due cerotti antidolorifici. Costole e braccio
a freddo si fanno sentire un bel po’. La mia forma fisica fa schifo e sono
molto perplessa.
A fare colazione con gli altri sono agita, indecisa
perplessa e parlo poco. Pensare di uscire con quel freddo e con il male che ho
addosso mi fa pensare “ma chi me lo fa fare!!!!?”
Simone mi sprona a provare comunque. Male che vada torni
indietro!”
In cuor mio so che se parto da li non esiste un tornare
indietro.
Siamo pronti. Anche io mi carico lo zaino sulle spalle e
vado. Sono stanca continuo ad essere perplessa. Passata la prima gobba ci
troviamo di fronte al primo pendio ripido.
Raggiungo Marco e gli rompo le palle con le mie perplessità. Insieme
raggiungiamo Giorgio e Simone. Sono per scendere. Ancora una volta Simone mi sprona
ad andare avanti. Devo decidere li prima della zona crepacciata. Da li in poi si continua solo insieme. Li
saluto e li faccio andare avanti. Anny mi saluta dicendomi che sono coraggiosa perché
lui non ce l’avrebbe mai fatta a rinunciare. Lo vedo andare. Mi guardo attorno,
il freddo è estremo. NON CE LA FACCIO A CAVARMI GLI SCI E A SPELLARE Non ce la
faccio proprio!Mi metto l’animo in pace e riprendo a marciare. Dopo un po’
Marco si gira e vedendomi mi aspetta. “Lo
sapevo!”.
Più si va avanti più il freddo si fa sentire. Nonostante la
fatica e il fatto che ci si muova non ci si riesce a scaldare nemmeno un po’. Siamo ancora all’ombra, ma il sole sta
iniziando ad alzarsi in cielo e riflettendo sulle vette ci regala un paesaggio
incredibilmente bello unico, maestoso, che mi ricorda il perché di essere li.
Michele è avanti già da un po’e anche Marco ha decisamente un passo più veloce
del mio. Io Simone e Giorgio procediamo quasi sempre insieme ognuno con il suo
passo. Il freddo e la quota rendono quella salita molto più faticosa di quella
del giorno prima. Mi sento stremata. Simone mi incita ad alzare lo sguardo e a
guardare le vette: cazzo si vede anche il Monviso!!!
Sono estasiata dalla bellezza del paesaggio attorno ma nello
stesso tempo non vedo l’ora di arrivare. Il respiro si fa affannoso, rallento
il passo inizio a contare. 8 passi e prendo fiato, se va bene riesco a farne 15
se entro in trip una trentina poi mi fermo di nuovo per cercare di prendere
boccate di ossigeno e ripartire. Arriviamo sotto un enorme seracco.
Impressionate…davvero ma davvero impressionante!!!!Meglio non perderci tempo
sotto. Prendiamo tutto il fiato che abbiamo in corpo e cerchiamo di radunare
tutte le nostre energie residue per superare il tratto più in fretta possibile.
Poi finalmente ci raggiunge il sole….magra consolazione visto che la
temperatura non accenna nemmeno un po’ ad aumentare.
Per pochi minuti ci riaccordiamo anche con Marco. Non si
riesce a star fermi per il freddo. Capanna Margherita si vede già . Marco si
rimette lo zaino in spalla dicendo “faccio l’ultima tirata fino a su”. E si
allontana velocemente. La fatica e il freddo estremi di quell’ultimo tratto me
li ricorderò per un bel po’.
Conto i passi, il respiro è affannato mi viene da chiudere
gli occhi dalla stanchezza. Ho la gola secca ma non riesco a bere perché l’acqua
nel tubino del mio camel beg ovviamente è ghiacciata. Ho bisogno di zuccheri.
Mi fermo un attimo per tirare fuori dallo zaino una barretta ghiacciata che sgranocchio
in tre bocconi. Tre passi e respiro, otto passi e respiro uno due tre….improvvisamente
mi ritrova appena sotto alla capanna margherita. Tempo di alzare lo sguardo e
le nuvole arrivano a ricoprire tutto di bianco. Dietro di me sento la voce di
Simone che mi raggiunge “dai che ci siamo!” poi quella di Giorgio:”io tornerei
giù da qua!”.
Davanti a me ci sono gli sci di Marco e Michele che hanno
piantato nella neve per salire con i ramponi.
Grandi!!!Lo sapevo che Marco era già su!
Io mi sento già al traguardo. Capanna margherita è pochi
metri sopra la mia testa ma decido di cavare le pelli li. Mentre prepariamo
tutto Marco e Michele ci raggiungono, senza bisogno di chiamarli. Ci si
capisce.
Si scende solo insieme!
Nel momento in cui partiamo per la discesa si ricopre
nuovamente tutto. Non riusciamo a vedere assolutamente niente, siamo solo noi 5
e per un attimo ho come l’impressione che galleggiamo nel vuoto. Marco tira
fuori il gps e lentamente iniziamo a seguire con molta cautela la traccia.
Finalmente sentiamo anche delle voci e gli andiamo incontro. Sono un gruppetto di
alpinisti che avanzano verso la vetta e che per riferimento avevano appena
piantato una sonda nella neve con il sacchettino che sventolava sulla sommità.
Il vento finalmente spazza via le nuvole rendendo migliore
la visibilità così che noi possiamo fare con più tranquillità la nostra
discesa.
Incontriamo farina da subito, poi ghiaccio che ci disfa le
gambe. Come già sapevo anche la discesa diventa altrettanto faticosa! Ho i
quadricipiti che fumano!!
Nonostante i 900 metri di dislivello raggiungiamo velocemente
di nuovo il rifugio Mantova e per quanto il tempo inizi ad essere più instabile
decidiamo di fermarci un attimo per riprenderci. Siamo tutti troppo stremati (o
per lo mene parlo per me…). Ho bisogno di reidratarmi, di mangiare qualcosa e
soprattutto di scaldarmi. Dentro ordino un te caldo e una fetta di torta anche
se faccio fatica sia a mangiare che a bere.
Dal rifugista impariamo che sulla vetta davano una
temperatura di -19/-20 gradi!!!!!E per forza non ci si scaldava!!!!!
Sono ridotta ai minimi termini, mi sento la febbre, sono
BOLLITA. Quando poi ci metto 5 minuti per riuscire a rinfilarmi uno scarpone,
inizio a chiedermi come farò a scendere da li.
Ci sono ancora quasi 1800 metri di dislivello in discesa da
fare…..AIUTOOOOO!!!!!
Quella tappa sarà però salvavita!!!!!Non perdiamo troppo
tempo per non raffreddarci i muscoli e quando usciamo sta nevicando.
Iniziando a scendere la temperatura finalmente si fa più
umana! Siamo ancora sotto zero, ma a noi sembra caldo.
La neve è abbastanza facile io al di là di ogni mia
aspettativa mi riprendo e mi godo una lunga discesa fantastica!!!!!
Provo a fare anche un ripido canalino con neve valangata
dove Marco e Michi scendono in men che non si dica,mentre io ci metto un po,
con un paio di belle cadute anche che vanno a dare il colpo di grazia alle mie
costole e al mio braccio già doloranti…ma di questo me ne renderò conto dopo
quando i miei muscoletti si raffredderanno….
Superato il canalino iniziamo a seguire una traccia diversa
da quella dell’andata, passiamo per uno splendido sentiero innevato a
mezzacosta il paesaggio è ancora selvaggio e mozzafiato fino a che non
raggiungiamo le piste.
Ci lasciamo alle spalle tutta la fatica e come cinque bimbi
felici ci divertiamo a scendere prendendo velocità fin che neve ce lo
permette!!!!
E’ fatta!!!!Arrivati al sentiero ci fermiamo per cavarci gli
sci e metterceli in spalla. Siamo stremati, ma la nostra felicità ci riempie di
gioia!
Io e Marco ci giriamo un ultima volta per vedere cosa ci
lasciamo alle spalle….”prossimo we ci riposiamo vero?”
“Come no, ho già voglia di bici!!!!!”
Qui ci sono le poche foto che ho fatto io...quel che rimane dell' "impresa"
...e qui le foto del primo giorno di marco e foto del secondo fatte da Marco. Sono decisamente più delle mie...io si e no che "ne avevo" da badar li!!!!!:-)
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