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"vivi una vita in cui ti riconosci"Tiziano Terzani

domenica 27 agosto 2017

viaggio verso la Scozia


E’ la prima volta che facciamo un viaggio in furgone così lungo! Quest’anno siamo lanciati con i viaggi!!

A fine luglio sono stata a trovare mia mamma che tra distanza e impegni reciproci ci vediamo sempre poco. Avendo trovato un’offerta aveva già pronto in casa il mio regalo di compleanno (che è a metà settembre): un bellissimo libro fotografico della national geografic sui parchi più belli del mondo. Sfogliandolo insieme io e Anny ci siamo soffermati sulle pagine che riguardavano la Scozia. Da lì, pochi giorni prima di partire è nata l’idea di questo viaggio. Dopo aver fatto un po’ di ipotesi e valutazioni su come fare il viaggio alla fine ha vinto l’idea di furgone+bici+scarpe da treck.

Ormai siamo troppo abituati a viaggiare così, la libertà che ti dà il furgone (per scelta) di poter andare ovunque fermarsi dove si vuole e avere riparo quando serve è impareggiabile. Il nostro concetto di viaggio con il furgone non è assolutamente quello di vedere i paesaggi da un finestrino, ma di avere un mezzo sempre pronto per trasferirsi. Per questo con noi abbiamo sempre bici e scarpe da trekking. La nostra piccola “casina” non è altro che una base da cui partire.



E Dove sia la base ci piace deciderlo noi. Ovviamente è ance un modo per viaggiare low cost (come ho sempre fatto in vita mia, in modi diversi) e anche se non si hanno tutte le comodità, è una scelta. Così, tanto per sfatare ancora una volta il mito che per viaggiare bisogna spendere un sacco di soldi. No, per viaggiare no, magari li spendi per la bici, per l’attrezzatura sportiva, per il materiale tecnico, per quello purtroppo si. Ma sono cose che compri e accumuli negli anni. Quando si viaggia in questo modo, ci sono giorni in cui non mettiamo nemmeno mano al portafoglio. Così, anche in questo viaggio, prima di partire abbiamo fatto le super scorte di pasta riso, minestre, olive, frutta secca, kreker e scatolame vario, caffè che anche se per un paio di settimane, non mangiamo esattamente come a casa, non moriamo.  Poi siamo partiti! La prima tappa a cui ho pensato è stata Livigno. Non un posto a caso, ma un posto dove il gasolio costa 0,80 centesimi al litro! Infatti li abbiamo fatto il pieno e ne abbiamo approfittato anche per un bel girello in mtb. La notte abbiamo campeggiato nel parcheggione davanti al mottolino dove il campeggio è vietato, ma dove tutto il mondo campeggia. Tanto per iniziare bene la nostra vacanza, a fine giro, dopo la doccia, mi accorgo che nel pavimento del furgone sotto al frigo/lavandino c’è acqua…molta acqua!!!!Ci accorgiamo che c’è una perdita nel sistema idraulico. Anny nel tentativo di aggiustarla peggiora le cose rompendo un pezzo che consente di far funzionare il lavandino. Ok, pazienza, faremo alla vecchia con le bottiglie!!Cose che capitano, ci penseremo al ritorno. Il resto del viaggio l’avevamo programmato sia nell’ottica del risparmio che quello di cercare di ridurre lo spostamento con il furgone. Per cui abbiamo optato per il traghetto da Amsterdam a Newcastle, più costoso si, dell’eurotunnel, ma e si calcola che questo ci ha permesso di attraversare Austria e Germania dove al contrario della Francia le autostrade sono gratuite (e da quello che so in Francia costano pure parecchio), di passare per la svizzera evitando l’autostrada e che il costo della benzina in quei paesi è più basso, il risparmio credo che ci sia stato. Inoltre fino ad Amsterdam non abbiamo mai pernottato in campeggi, né mangiato fuori, per cui benzina a parte, costo da Livigno ad Amsterdam 15 euro dell’entrata in Svizzera e stop. (per arrivare a Livigno avevamo speso 9 euro di autostrada).  Nel nostro lungo trasferimento siamo passati per il lago di Costanza facendo tappa nel paesino di Lindau, nell’abbazia di Ulm, e a Dusseldorf.



Del nostro veloce passaggio in Germania, ci ha colpito, l’ordine, la pulizia, il vedere e che tutte le cose sembra che funzionino perfettamente e in maniera logica e dal verde!! A Dusseldorf, cittadina molto verde e carina, ci ha colpito il fatto di vedere tutti, ma tutti, con almeno una, ma spesso anche due birre in mano!!!!In certi vicoli, l’odore della birra, era addirittura nell’aria!!!Entrati in Olanda, la prima cosa che ho pensato, è che non pensavo fosse possibile una temperatura di 20 gradi in pieno agosto in così tanta pianura!!Altra tappa obbligata Amsterdam. Per me Amsterdam vent’anni dopo!!!A dire la verità non è che mi ricordassi un gran ché, ma non mi è parsa cambiata più di tanto…Sicuramente l’ho vista con un'altra ottica e sicuro stavolta ho apprezzato molto di più le campagne intorno alla città che la città stessa. Sicuramente c’è anche da dire, che come turisti da città siamo davvero scarsini…non amiamo la confusine e i posti affollati e il nostro livello di tolleranza nei posti così è davvero basso!!!Ci troviamo molto più a nostro agio nei piccoli paesini, infatti la cosa che abbiamo apprezzato di più è stato il giro in bici da Amsterdam a Marken, piccolo paesino di mare a Nord di Amsterdam che ci siamo goduti nella luce splendida del calar del sole.

 

Un ultimo giro, per fare arrivare l’ora dell’imbarco al carinissimo (ma troppo pieno di turisti per noi) paesino dei mulini Zaandam a venti minuti da Amsterdam, una passeggiata, la visita di uno dei mulini, qualche scatto…e finalmente ci si imbarca!!!

Non Avevamo mai preso una cabina in un traghetto fino ad ora, ma stavolta non avevamo scelta: without cabin is not allowed!!!Insomma ci troviamo a fare l’attraversata in una nave super lusso (per i nostri canoni almeno) con negozi, locali e ristoranti e la nostra cabina, che mi aspettavo fosse un loculo, grande abbastanza da poterci fare yoga (finalmenteeee!!!!!!) e con un bagno che ci ha permesso una super doccia bollente e rilassante!!!

E dopo 15 ore finalmente oltre manica, la scozia è lì a due passi, la seconda parte del viaggio sta per iniziare!!!!!

Ci fermiamo subito in un grosso centro commerciale appena fuori dal porto per fare un bancomat visto che qu gli euro li vogliono. Approfittiamo per prendere un caffè e io anche una mattonella di fetta di torta al cioccolato e mu…sta roba pesissima e buonissima ha un nome che non ricordo, e io ne ero drogata nel periodo in cui ho abitato a Londra!!!!

In un attimo gli odori e i sapori, la parlata, mi riportano indietro di vent’anni…c’è anche un negozio del body shop, una delle prime catene di prodotti per la bellezza vegan al mondo…ci compravo sempre un sacco di cose!!

Borders e Peebles 7stanes


Prima tappa Kelso. L’idea è quella di partire da lì per fare il giro delle abbazie nei Borders. Il paesino non mi entusiasma e sinceramente poco anche l’idea di farmi un giro di 80 km su strada con la bici da enduro. Per fortuna non troviamo da pernottare, e ci spariamo dritti a Peebles dove c’è uno della bike park dei 7stanes.
Anche lì fatichiamo un po’ a trovare un posticino dove metterci con il nostro furgone, ma alla fine riusciamo a fermarci. Qui il concetto di bike park è molto diverso da quello a cui siamo abituati a pensare noi. Niente mezzi meccanizzati per le risalite, ci sono diversi (moltissimi) percorsi che hanno livelli differenti di difficoltà: da quelli per le famigliole a quelli più tecnici. Uno va, sceglie il proprio percorso e inizia a pedalare!!!!Noi abbiamo scelto la linea nera, quello più lungo e tecnico. Bellissimo tutti single track sia in salita che in discesa, divertente, tecnico e con paesaggi che ogni tanto ci ricordavano anche un po’ la toscana, mentre in altri punti, circondati dai pini, ci sembrava quasi un paesaggio alpino. Con la differenza che la quota massima raggiunta in giornata è stata poco più di 600 metri!


Un giro così, divertente e da mezza giornata era quello di cui avevamo bisogno per rilassarci un po’! Dopo il giro ci siamo concessi una mezza giornata in campeggio. Qui oltre alle casette in legno, hanno una stanza riscaldata apposta per stendere e fare asciugare la roba…si vede proprio che sono abituati alla pioggia!!

Edimbra

Non poteva mancare una visita a Edimburgo…. Per me Edimburgo 8 anni dopo! C’ero stata nel mese di ottobre, trovando da dormire tramite “hot shower”. Mi aveva ospitato una studentessa polacca carinissima, che mi aveva scorrazzato in giro per Edimbra, per un paio di giorni. Mi è sempre rimasto il ricordo di una delle città più belle che ho visto. Oggi non è stata la stessa cosa. A causa del festival della musica abbiamo trovato un bordello atomico e i prezzi per visitare qualunque cosa inavvicinabili!! Ciao Edimburgo!!!!Preferisco ricordarmela come l’avevo vista 8 anni fa!!!!Oggi il punto da cui ce la siamo goduti di più è stata da quella che chiamano “la poltrona di artur” una collinetta da cui si può ammirare tutta la città dall’alto!!!!!
E poi via finalmente verso le highlands!!!!

Highlands settentrionali Glencoe e Fortwilliam (bike park)

Lasciamo Edimburgo con la voglia di muoverci e di tornare in mezzo alla nostra amata natura e arriviamo in serata nei pressi di Glencoe. Qualche scorcio di sole ci permette di fare un paio di scatti prima di rinchiuderci in furgone, mentre fuori inizia a piovere insistentemente andando avanti per tutta la notte. Al mattino appena esco da furgone per fare pipì, vengo letteralmente assalita da una nuvola di piccolissimi moscerini…fucking midges!!!!!L’avevo letto e me lo avevano detto, ma finora c’era andata bene…Benvenuti nelle higlhland: pioggia e moscerini!!!!Ma per fortuna non sono le uniche peculiarità di questi posti.

Decidiamo di trovare un campeggio prima di partire per un giro in bici. Con il meteo che c’è qua, è dura lavarsi fuori con la nostra tenda fai da te, quindi preferiamo assicurarci di avere un posto dove tornare quando saremo fradici tra fango e sudore. Troviamo facilmente un campeggio per la notte e poi ci spostiamo nel caratteristico paesino di Kinlochleven da dove partiamo. Anny ha trovato due tracce di due giri ad anello che ritornano entrambe al paese. Il primo anello è abbastanza corto, saliamo per una forestale per poi buttarci giù in un single track al limite del fattibile. Ma il primo anellino è stato solo un assaggio di quello che ci aspetta. Prima di rimetterci in sella per il secondo anello più lungo, ci fermiamo nell’unico pub del paese a farci una pinta. Non so quale birra scegliere e la tipa simpatica del pub me ne fa assaggiare un paio inglesi…per poi alla fine scegliere una foster!!!!Ci mettiamo a ridere e le prometto che mi impegnerò di più durante questa vacanza!
Nella seconda parte del giro iniziamo ad addentrarci sempre di più salendo nella vallata. All’inizio incontriamo molti camminatori, poi più nulla. Il paesaggio si fa sempre più aspro e selvaggio, il cielo e le nuvole sembrano mescolarsi e inghiottire il verde che ci circonda, cielo e terra sono un tutt’uno.
Intorno a noi solo il rumore del vento e dell’acqua che scorre.


Ad un tratto nel nulla un cartello ci segnala un cimitero al lato della forestale e tra il verde dell’erba vediamo spuntare le lapidi in pietra. Leggiamo che sono delle persone che hanno perso la vita nel costruire la grande diga alla quale stiamo per arrivare. Lo spot è davvero molto suggestivo…ci fermiamo per qualche scatto poi ripartiamo e in poco tempo raggiungiamo la diga. Dall’altra parte un grandissimo specchio d’acqua, affianco alla diga una casa, l’unica nel raggio di km.






Anche qui ci fermiamo per mangiare e per qualche scatto prima di ripartire. La traccia direbbe di passare sopra la diga dove c’è un bel cancello chiuso e un cartello di divieto. Quando stiamo per passare escono dalla casa un’anziana coppia. Temiamo che siano dei guardiani. Mentre la signora rientra in casa il signore ci viene incontro chiedendoci se va tutto bene. Gli chiediamo se possiamo attraversare la diga e lui si mette subito a disposizione per farci vedere come fregarsene dei cartelli e scavalcare il recinto! “Come Come!!!!I’ll show you!!!!” Ed è ben felice di darci una mano a passarci anche le biciclette. Lo ringraniamo con una forte stretta di mano e facciamo per partire. Ma lui ci ripensa e ci corre dietro per chiederci di dove siamo. Alla fine rimaniamo una mezz’ora a parlare con lui, che scopriamo che non è il guardiano della diga, ma quella è la casa dove lui e sua moglie vengono a trascorrere i fine settimana. Ci racconta che anche lui da giovane è stato all’estero, ma che preferisce la scozia. Mentre noi nel star fermi a chiacchierare stiamo gelando, lui alza lo sguardo al cielo e ci dice che “oggi è una bella giornata” Salutiamo di nuovo il simpatico vecchietto che aveva vogli di chiacchierare e passati dall’altra parte veniamo inghiottiti da un lunghissimo e straimpegnativo sigle track in mezzo alle felci che a volte sono così alte che ci ricoprono completamente. Intorno a noi solo verde acqua e cascate. Intanto il meteo continua a cambiare; un attimo fa caldo, un attimo dopo piove, poi sole, poi vento, poi pioggia di novo poi sole, caldo, freddo e intanto si va! Il bagnato tiene come se fosse asciutto e il fango sembra finto…non si attacca!!!! Dopo una lunga cavalcata ritorniamo al paese e sia noi che le bici siamo puliti come alla partenza!!!Incredibile! Prima di tornare al camping e decidere cosa fare il giorno dopo decidiamo di meritarci un'altra birra!!!!

Fortwilliam

Prima di continuare il nostro viaggio verso Nord non possiamo non far tappa a Fortwilliam super gettonata per gli sport all’aperto, ma resa famosa soprattutto per i campioni mondiali di Dh. Oggi ce la prendiamo con tutta la calma del mondo. Decidiamo di prenderci una sola risalita e di fare un circuito ad anello pedalato. Lasciamo stare la Dh che è roba da bimbi davvero grandi e ci buttiamo sulla pista rossa, sempre impestata, ma più alla nostra portata (per lo meno alla mia perché tanto Anny farebbe tutto cmq) Anche oggi mentre pedaliamo pioggia sole, nuvole, vento, caldo freddo, le quattro stagioni continuano ad alternarsi nelle ore durante la giornata.

Mentre siamo fermi ad aspettare che spiova facciamo due chiacchiere con auna ragazza che ci chiede di dove siamo, e chiacchierando del più e del meno, quando le diciamo che in Italia non piove da mesi, lei sgrana gli occhi e ci dice “haaa senza pioggia per mesi…un sogno!!!!!” Heeee… in effetti ci vorrebbe una buana via di mezzo!!!!Ma d’altra parte la scozia non sarebbe tale senza tutta questa pioggia!!!Facciamo giusto in tempo a finire il giro (oggi puro cazzeggio) e ad apparecchiaci in furgone per mangiare che inizia a piovere seriamente. Notiamo che la gente del posto continua a stare fuori e a girare come se niente fosse. Ormai anche noi a dire il vero ci stiamo adattando, ma ci pestiamo solo un po’ più di attenzione giusto per evitare di far crescere muschio e licheni in furgone!!!Grazie alle docce e ai box per lavare le bici ripartiamo docciati, lavati e mangiati in marcia verso Nord….Direzione Isola di Sky!!!

Isola di Sky
 








Passiamo tre giorni sull’isola di Skye. Il primo giorno sole e pioggia si alternano bigelloniamo con il furgone in lungo e in largo per l’isola approfittando dei momenti in cui non piove per fare qualche scatto a Potree e dintorni trovando qualche magnifico scorcio. Arriviamo fino a Dunvegan dove percorrendo una strada super panoramica sulla costa riusciamo a vedere, anche se da lontano, una piccola colonia di foche. In un negozio di sport troviamo una piccola guida per delle camminate sull’isola. Il giorno dopo scegliamo di fare una camminata sulle scogliere del nord, andando a vedere il mare. Troviamo una splendida baia dove le scogliere si ergono alte sulla spiaggia di ciottoli in cui c’è anche una cascata che arriva a picco direttamente nel mare. L’ambiente è suggestivo…Del sentiero sulle scogliere però nessuna traccia…dopo un po’ che camminiamo sull’erba con i piedi che affondano nel bagnato rinunciamo e decidiamo per trovare un’alternativa. Uno dei sentieri più belli e più segnalati (tra l’altro anche consigliatoci) è quello per arrivare all’Old man of Storr. Il meteo continua ad essere molto incerto, dobbiamo spostarci ancora un po’ con il furgone e siamo un po’ scoraggiati. Ma appena scendiamo dalla macchina e iniziamo a camminare ci passa! L’ambiente è ancora più suggestivo, camminiamo verso delle guglie che sembrano dolomitiche.




Ci sono molti turisti, ma nessuno fa il giro completo, tutti si fermano nella prima parte che si vede dalla strada. Quando passiamo al di là delle guglie sembra di entrare in un'altra dimensione. Non c’è più nessuno. Riparati dal vento, ci siamo solo noi e le pecore. Girone fantastico tra la terra e il mare che ci fa sembrare di essere in un'altra dimensione!

Purtroppo il giorno dopo non ci va così bene. Partiamo positivi nonostante l’incertezza del meteo, ma tanto qua non si capisce mai niente, per fare un giro che taglia a metà l’isola andando parte a parte. Nei 14 kilometri di camminata riusciamo a beccare di tutto, ma nel ritorno la pioggia e il vento iniziano a far sul serio davvero! Arriviamo alla macchina completamente spolti, gronganti!!!!Ormai siamo delle macchie da guerra pronti a tutto. In furgone riusciamo ad organizzarci per stendere tutta la roba e cuocerci anche un bel piatto di pasta.




Il meteo ci sta mettendo a dura prova, pare che simo in piena perturbazione atlantica e che non migliori nei prossimi giorni. Siamo indecisi se andare sull’isola di mul e cosa, ma il meteo continua a mettere male. Niente, in un colpo di sklero anziché fermarci a ragionare partiamo per l’unica zona della scozia in cui pare che non piova… peccato che per arrivarci facciamo una deviazione di quasi 200 km e di sera!!! Arriviamo ad Avimore a sud di Inverness che ormai è notte. Arrivando dai luoghi sperduti della costa ci sembra di essere in una metroli…. Vabhè, siamo i soliti furenti, abbiamo fatto la cazzata, ormai è tardi, dormiamo che domani ci pensiamo!

E invece niente, pare che in Scozia non esista un posto che non sia bello e nel trovare le tracce dei giri Anny è sempre una garanzia! Facciamo un girone spettacolare, attraversando ancora una volta posti selvaggi dove la natura la fa da padrona e finalmente baciati dal sole!

Questa deviazione serve decisamente a farci ricaricare le energie. Tra l’altro riusciamo anche a fare un paio di discese belle divertenti che ci caricano a manetta!!!! A fine giro pasta, birra, doccia, in ordine sparso e chiusa la parentesi.

Ullapull

Chiudiamo la parentesi e torniamo nel freddo e nella pioggia a Ullapull dove troviamo la banda di cornamusa che suonano il sole, i moscerini, e un tramonto spettacolare!



Con calma risaliamo tutta la costa ovest, il meteo sembra iniziare a regalarci qualche scorcio di sole in più. Ci fermiamo a Shegra, un villaggio di alcune case vicino al mare. Dormiamo in una specie di campeggio incustodito sul mare. La sera dagli arrampicandoci sugli scogli ci becchiamo un tramonto spettacolare con birra e pistacchi. Anny, in preda alla smania di fare foto, mi fa prendere un infarto cadendo dagli scogli con la birra in mano. Per salvare la birra per poco non si spacca una gamba…ma va bhe….

Tornando alla macchina ci perdiamo a guardare un gruppetto di pecore che giocano fra di loro, rincorrendosi, e dandosi delle zampatine. Sono dolcissime. Io davvero non ce la potrei mai fare a tornare a mangiare animali, riconoscendo che non c’è differenza tra i miei gatti che giocano e loro e per me non esiste giustificazione che tenga. Posso scegliere, non li mangio, non mi manca, sto benissimo e quella cazzo di b12 non è un problema!!!!!(almeno sul mio blog posso scriverlo!!!!!)

Sandwood bay beach

Il giorno dopo ci facciamo una luuuuuuuunga camminata per arrivare ad una delle spiagge più grandi, belle e selvagge di tutta l’ighilterra (almeno così dice la guida…) Sandwood bay beach.

Da li riusciamo a vedere anche cape Wrat dove alla fine non andremo. Mentre passeggiamo sulla spiaggia vediamo un grosso uccello appollaiato sulla spiaggia. Avvicinandoci per fare le foto vediamo che non cappa e non cerca di volare via. Quando si alza e prova a camminare, notiamo che ha una lenza attorcigliata ad una zampina.  A fatica riusciamo a prenderlo e coprendogli la testolina per calmarlo ce la facciamo anche a liberarlo dalla lenza che ci accorgiamo che ha attorcigliato non solo nella zampina, ma anche in un’ala e nel collo.  Che incastrata poverino. Ancora una volta trovo occasione per riconfermare il mio odio contro ogni forma di supremazia dell’uomo nei confronti dell’animale. Non giustifico né la caccia né la pesca, e soprattutto ogni forma di non rispetto nei confronti della natura e degli animali che non hanno nessun modo per potersi difendere. 
Lasciamo il nostro amico sulla spiaggia, ci sembra un po’ stordito, ma speriamo davvero con tutto il cuore di avergli ridato una possibilità.

Durness

Siamo arrivati nell’estremo Nord della Scozia!!!Da qui ci sarebbe anche odo di arrivare a cape wrat, il punto più a Nord/ Ovest della scozia, ma decidiamo che non ce ne frega nulla di timbrare il cartellino, non abbiamo voglia di robe organizzate, ci va solo di procedere in tutta libertà come abbiam fatto fino adesso, e preferiamo farci una lunga passeggiata sulla costa fra le dune di un enorme e bellissima spiaggia……se ci fossero quei 20/25 gradi in più sarebbe un paradiso!!!Invece siamo belli imbacuccati perché fa un gran freddo!!!!


Da Durness proseguimo il nostr viaggio sulla costa Nord, facendo una piccola tappa a Thurso, dove troviamo solo un Tesco aperto e approfittiamo per fare un po’ di scorta di cibo, ma visto che pare non esserci niente di interessante in paese proseguiamo fino ad arrivare a John o’ Groats, nell’estremo nord est della scozia.  Da qui, partono i traghetti per l’arcipelago delle orcadi, che un tempo avrei voluto vedere, ma ora che sono qua, passo. Dopo tanta strada prima del tramonto ci facciamo una bella passeggiata sul mare. Questo è un posto da foche me lo sento! Continuando a tenere gli occhi puntati in acqua e sugli scogli finalmente vediamo spuntare una testolina. Ci avviciniamo di corsa alla spiaggia. Vediamo un’altra testolina sbucare, poi un'altra e un'altra ancora!!!Che emozione!!!!! Rimaniamo ammaliati a guardarle, sulla spiaggia ci siamo solo noi. Poi arriva un'altra coppia che rimane per poco e una famiglia di Indiani che le foche non le caga di striscio. Noi continuiamo a guardarle e a scattar foto. Da come ci guardano con le loro testoline che spuntano dall’acqua sembra che la curiosità sia reciproca. Vedere degli animali così nel loro ambiente naturale è un’emozione unica!!!! 
Anche qui cerchiamo di immortalare l’evento scattando foto, che purtroppo da lontano, almeno con il mio cellulare, non rendono. Rimaniamo ancora un po’ a goderci per poi tornar in macchina al calduccio per assistere ad uno splendido tramonto dà in cima a una scogliera sotto a un faro.
Ritorno a 7steanes
Ormai siamo agli sgoccioli, almeno per quello che riguarda la nostra permanenza sul regno unito e la strada da fare per tornare al porto di Newcastle è veramente tanta. Decidiamo di ridiscendere tutta la costa Est, arrivare fino a 7steanes per fare un’ultima giornata di bici prima di passare la notte in mare e dover riattraversare l’Europa. Appena iniziamo a scendere sulla costa la temperatura cambia diventando più mite.


L’idea è quella di fare tappa ad Inverness dove ci sono Gio e la Maddi che si sono fatti tutto il viaggio in bici con le borse poco davanti da noi. Due tipi tosti, che ogni viaggio scelgono mete sempre più “scomode” per i loro viaggi in bici. Abbiamo scoperto che stavamo facendo lo stesso viaggi per caso tramite fb e abbiamo continuato a sentirci.
Strada facendo però passiamo per l’imponente castello di Dunrobin. Non sarà facile tornare a passare da queste parti, per cui, anche se ci dispiace molto non incontrare i nostri amici viaggiatori temerari, decidiamo di fermarci. La visita ne vale sicuramente la pena. È incredibile come vivessero nello sfarzo i nobili di quell’epoca!! Tra l’altro parte del castello è ancora abitata dai discendenti della nobile famiglia che per mantenere il tutto ha trasformato parte del grande castello in un museo.

Dopo la visita e uno spuntino ci rimettiamo in macchina per fare una tirata unica fino a Peebles. Dopo tante ore di macchina arriviamo talmente sconvolti che non ci stiamo nemmeno a pensare due volte e stavolta ci concediamo il “lusso” del campeggio dove possiamo goderci una super doccia e rifocillarci in tranquillità!
Stesso campeggio dove eravamo venuti all’inizio e anche stavolta nessuno alla reception e stavolta nemmeno che risponde al telefono. Pazienza, il posto c’è ci penseremo domani!!
Lasciamo il campeggio infilando le 20 sterline sotto alla porta della reception come sta scritto in un piccolo post-it attaccato a una bacheca e partiamo!
Finalmente in sella alle nostre bici con tanta voglia di pedalare e di muoverci. Anche se alla partenza fa qualche goccia e il meteo non sembra essere gran ché, rispetto al nord fa davvero più caldo! Partiamo con le maniche corte…wow. Anche se il giro che facciamo non è all’altezza dei panorami a cui siamo stati abituati ultimamente rimaniamo in sella tutto il giorno, godendoci la giornata, che tra l’altro, ci regala addirittura qualche raggio di sole, semplicemente seguendo le frecce del percorso, senza pensare a cosa vogliamo fare l’indomani, andando su e giù come criceti!!
A fine giro ci stappiamo una bella birra (che come sempre abbiamo scorta in furgone) e contenti come dei bambini ritorniamo al campeggio dove stavolta troviamo il figlio del titolare in giacca e cravatta….son poi strani sti inglesi!!!!
Almeno gli ultimi due giorni in terra britannica preferiamo essere tranquilli senza troppi sbattimenti…che il viaggio verso casa è ancora lungo!!!!
L’imbarco del ritorno e l’abazia di Jedburg
Ci svegliamo con calma e ce la prendiamo con comodo. L’unico appuntamento della giornata è quello di essere al porto di Newcalstel alle cinque del pomeriggio e mangiare elle cheeps come, nella mia testa, solo qui sanno fare. Facciamo tappa a Jedburg, dove c’è una splendida abazia del 1200 e un fish&cheep. Lasiamo l’Inghilterra con la splendida immagine dell’imponente abazia, e con le cheeps sullo stomaco….che ci terranno un po’ compagnia durante la lunga attraversata del mare del Nord.

domenica 25 giugno 2017

Intensivo viniasa yoga con Sara e John







Risucchiata immediatamente dalla quotidianità non sono riuscita subito, come mi ero ripromessa, a scrivere due righe sul blog riguardo alla settimana intensiva di ritiro di vinyasa yoga condotta e organizzata da Sara http://www.lascimmiayoga.com/ e John https://dutchsmilingyogi.com/
Sono stati giorni molto intensi. 48 ore tra pratica, meditazione, pranayama, studio delle asana, anatomia e filosofia dello yoga, dalle 7,30 del mattino fino le 19. Tutto in un bellissimo casale nello splendido scenario della Toscana a 12 km da Volterra, lontano da centri abitati, per dare ancora di più la possibilità di poterci concentrare ed immergerci fino infondo in quello che stavamo facendo. 15 ragazze e un ragazzo, molto diversi tra loro, spinti dall'amore per lo yoga e dalla curiosità di imparare di più da questa meravigliosa disciplina. Appagati pienamente dalle bellissime lezioni di John e Sara, che attraverso la loro semplicità  conoscenza e competenza, ci hanno guidato passo dopo passo, asana dopo asana in questo bellissimo viaggio attraverso lo yoga e verso noi stessi.
Io, questo percorso, l'ho iniziato più di dieci anni fa. Principalmente praticavo nuoto, corsa e bici. Mia zia continuava a dirmi che mi mancava lo yoga (che lei praticava già da anni) come disciplina complementare. Iniziai frequentando la palestra dove andava lei e iniziai con Hata Yoga. Ricordo fin dall'inizio la sensazione di benessere che si prova dopo una lezione di yoga!!!Olga, la mia prima insegnante, riusciva a guidare le asana movimenti dopo movimento, facendotele capire e sentire anche attraverso le sue correzioni. Abituata com'ero a far sport super dinamici, poteva capitare qualche volta che mi annoiassi e che in shavasana arrotolassi in tappetino per scappare a fare la doccia, ma  fin da subito ho voluto continuare a ritrovare quel benessere che trovavo sul tappetino. Negli anni non ho mai smesso di praticare e ho cambiato alcuni insegnanti provando anche stili diversi: hata, vinyasa ashtanga, e anusara.
Pur facendo altri sport, continuo a fare yoga perché fortifica potenzia e aumenta la l'elasticità muscolare, aumenta le capacità di concentrazione, e di equilibrio e la resistenza. Per tali ragioni aiuta a prevenire gli infortuni in altri sport. Fare yoga è una forma di meditazione attiva. Aiuta ad essere più centrati e a ritrovare un equilibrio interiore.  Il benessere che si prova a praticare, piano piano inizia a prendere spazio sempre di più nella vita di tutti i giorni anche fuori dal tappetino!

Abbiamo imparato che non esiste l'asana, la posizione perfetta, che il proprio corpo va ascoltato e rispettato. Così come abbiamo imparato che bisogna distinguere tra "blocchi fisici e oggettivi" e blocchi emotivi, e che la sfida più grande nello yoga, non è raggiungere la posizione corretta, ma avere il coraggio di guardarsi dentro, riconoscere quali sono i blocchi fisici  e cercare di superare quelli emotivi.  
A distanza di una settima, tornando alla quotidianità, ho potuto constatare di essere più tranquilla e di riuscire a gestire meglio emozioni come la rabbia e il nervoso. Per il carattere che ho io, tendenzialmente frenetico, essere stata guidata per una settimana in un viaggio verso me stessa mi è servito a mettere a fuoco molte cose, a tranquillizzare la mente, e ad aiutarmi ad avere una visione più   pulita dentro di me.

Se già da qualche anno, più per soddisfare una mia curiosità personale, ero dell'idea di continuare il percorso dello yoga, facendo il corso per insegnanti, dopo questo intensivo ne sono ancora più convinta. Se riuscirò ad organizzarmi e ad incastrare con il lavoro, al contrario di quella che era la mia idea prima di aver fatto l'intensivo, ora credo che mi piacerebbe molto anche farlo con la modalità a moduli ( 3 moduli di dieci giorni full time), perché ho constatato che avere il tempo di immergersi completamente in quello che si sta studiando senza avere distrazioni esterne da i suoi frutti.
Grazie a Sara e a John per aver arricchito così tanto il mio percorso, e grazie anche a tutte le ragazze che hanno condiviso con me perte di questo meraviglioso viaggio rendendolo ancora più speciale!!!!!




Il mio tappetino: Element grow 4 mm di Re yoga

domenica 7 maggio 2017

Marocco Bike Tour

Un viaggio meraviglioso e incredibile, in cui non sono importanti i Km, il dislivello, le salite e le discese fatte. La bici è mezzo che ci fa vivere il viaggio completamente immersi in una natura spettacolare che cambia scenario in continuazione. Un grazie davvero di cuore a chi ci ha aiutato a realizzrlo: a Fabio, che ha passato serate intere a studiare la traccia portandoci in posti completamente al di fuori delle mete turistiche e ad Hassan il nostro accompagnatore berbero grazie al quale abbiamo potuto comunicare con le persone del posto e immergerci ancora di più in un mondo imparagonabile al nostro.
Qualche scatto di Fez la più antica delle città imperiali, che ci introduce nella nostra nuova dimensione.


l'antichissima conceria di Fez






Giorno uno: Ksar Timnay (20 km da Midelt) Tounfite /80 km x 1600


Lasciamo Fez e dopo un lungo trasferimento in macchina in cui saliamo decisamente di quota per arrivare sull’alto atlante, ci fermiamo a Kzar Timnay da dove inizieremo a pedalare. Posto turistico, ultime birre…

Il prima.......



La prima tappa prevede 80 km per circa n1500 d+  e in questa distanza il paesaggio cambierà più volte. Dopo un lungo trasferimento su di un altopiano che passa attraverso i paesini, ci addentriamo in un ambiente sempre più selvaggio. Arriviamo all’interno delle gole del cirque de Jaffar, un imponente canyon che attraversiamo con il naso per aria seguiti da Hassan che per riuscire a passare fa dei numeri da circo!






 
Risaliti dalle gole il paesaggio cambia di nuovo le montagne sono alberate ma brulle, intorno a noi la natura la fa da sovrana. Il cielo sopra di noi è nuvolo e inizia ad arrivarci qualche goccia. Tramite Hassan veniamo ospitati in una capanna berbera. Ci sono solo donne e bambini, gli uomini, immagino, saranno fuori al pascolo. Veniamo accolti con ampi sorrisi nella loro “casa” che ha solo due stanze e ci fanno accomodare per terra sui loro tappeti. Ci accendono una piccola stufetta a legna che rende subito l’ambiente super confortevole all’interno di quelle grosse mura fatte di paglia e fango, ci preparano il the, e una frittata con del pane facendo di tutto, nonostante la barriera della lingua, per farci sentire a nostro agio. Una delle bimbe con cui mi metto un po’ a scherzare, mi viene in braccio e non mi molla più per tutto il tempo. Quando ce ne andiamo la Dani le lascia il portafortuna che aveva attaccato allo zaino, un piccolo peluche, che la bimba continua a tenerselo fra le mani e a baciarlo! Rimontiamo in sella alle bici mentre Hassan pensa a lasciargli una piccola ricompensa.






Facciamo gli ultimi kilometri sotto una fine pioggerellina arrivando fino al villaggio di Tounfite. Sulle montagne che sovrastano il paesino ci sono ancora lunghe lingue di neve. Fa freddo! All’arrivo veniamo a sapere che saremo ospiti nella casa della zia di Hassan. I ragazzi si preparano per andare a lavarsi nell’hammam pubblico del paese, esperienza che noi ragazze invece non possiamo fare per una questione di orari. La nostra doccia sarà una piccola stanzina, con una stufetta a legna che scalda l’acqua e l’ambiente, con in mezzo una turca (con dentro una bottiglia), una bacinella e una ciotola per prendere l’acqua e versarsela addosso.

La prima sera impareremo da subito anche che qui non c’è fretta per la cena…..il primo di uno dei tanti tajin, con pane e the….



Giorno due: Tounfite- Anergui


Ci svegliamo con le vette che guardano il paesino ricoperte di neve, ma sotto un bel sole. Salutiamo e ringraziamo la zia di Hassan che ci ha ospitato e lasciamo Tounfite mentre i ragazzi del paese vanno a scuola.





  La tappa di oggi, apparentemente semplice, prevede anche un trasferimento con la macchina e una discesa free raid. Anche oggi il paesaggio cambia ancora. Facciamo quasi 70 km tra dolci colline, campi verdi di frumento macchiati dal rosso dei papaveri.


 Carbonaie



 Nei pressi di Tizi N' Isly carichiamo tutte le bici sul tetto della macchina di Hassan, che nel frattempo ha già trovato un altro “autista” che ci carica tutti sul suo furgone. Facciamo un lungo tratto in macchina passando attraverso delle gole meravigliose e salendo su di un altopiano. Dopo una lunga salita ( con la macchina) ci fermiamo ad ammirare i granai di Aoujgal. 

Dopo qualche scatto ripartiamo in macchina. I prossimi km saranno un incognita in quanto Hassan dice di aver percorso quel tratto anni fa e di non ricordarselo bene. La gente del posto (perplessa) ci dice che ci vorranno almeno tre ora per uscire da lì. Sono circa le sei e mezza del pomeriggio….ripartiamo.
Difficile descrivere il posto in cui ci troviamo, una immensa piana desertica rocciosa e ondulata. La carraia che si srotola sotto alle ruote del nostro mezzo diventa sempre più insidiosa. Hassan con il 4x4 davanti a noi passa a fatica molti tratti, noi dietro con il furgone facciamo l’impossibile. Il sole sta calando lasciandoci nel nulla in mezzo ad un bellissimo tramonto. All’arrivo del buio iniziamo a preoccuparci. Si segue una pista molto vaga, passiamo a fatica diversi tratti con un fango che fa effetto sabbie mobili! Finchè il furgone non ce la fa e l’autista è costretto a prendere una deviazione fra le rocce. Per rientrare sulla pista bisogna legare il 4x4 e noi dobbiamo andare dietro a spingere.

 Passiamo, incredibilmente. Le insidie però non non sono finite. Mentre Hassan riesce ad andare avanti con il 4x4 noi dobbiamo tornare e scendere per spingere. La “pista” è un cumulo di rocce che dobbiamo spostare per riuscire a far passare il furgone. Noi siamo a piedi per alleggerirlo e per cercare, dove possibile, di muovere le rocce per farci passare le gomme. Il fascio di luce dei fari della macchina illumina qualcosa di piccolo e argenteo che si muove veloce tra le rocce. Uno scorpione con la coda per aria sulla difensiva passa e rinasconde velocemente tra i sassi. Passiamo anche questo tratto.  Per un po’ la pista sembra migliorare. Ci fermiamo un attimo per far prendere fiato all’autista e sciogliere un po’ la tensione.  Scendiamo dalla macchina e il cielo stellato sopra di noi ci lascia a bocca aperta facendoci sentire infinitamente minuscoli nell’universo. Qualche passo più in là accanto a noi il nostro autista si accende una sigaretta e la aspira senza dire una parola in due tiri!
Risaliamo sulle macchine e ripartiamo in mezzo alle rocce. Andiamo a passo d’uomo con il furgone che ondeggia come una barca in mezzo al mare in tempesta. In effetti sono ormai più di tre ore che siamo in mezzo al nulla! Ad un certo punto mi giro, e guardando fuori dal finestrino alla mia destra distinguo delle luci…sono macchine! E’ una strada! Finalmente siamo fuori pericolo, ce l’abbiamo fatta!!!!! La tensione piano piano si scioglie, ma ci metteremo ancora un po’ prima di arrivare alla nostra gite de tape quasi alle 11, in mezzo al nulla. Al nostro arrivo brindisi ( con le birre prese da Fez viste per la prima e ultima volta). Ci aspettano due camerate, materassi per terra, un caldo Hammam e l’immancabile tajin!


Giorno 3: Anergui- gole dell’Assif Melloul- Cathedral di Amsfrane – Zaouiat Ahensal (Kashba)



Partiamo circondati dalle montagne. Nella prima parte di questa tappa Hassan non potrà seguirci perché faremo 35 km in mezzo a delle gole di un fiume, e l’ultima volta che Fabio era passato di qua, aveva dovuto percorrere lunghi tratti nell'acqua. In realtà ci accorgeremo che le condizioni sono migliorate a tal punto che ora ci possono passare anche i fuori strada. L’ambiente in mezzo alle gole è mozzafiato!!!!!Sono 35 km di sali scendi scorevolissimi, se non fosse che ad un certo punto un ramo si mette deve non deve e spacca il forcellino della bici di Anny! L’unica bici di cui non abbiamo il forcellino di riserva perché la bici con la quale sarebbe dovuto venire si è crepata prima della partenza e ha dovuto farsela prestare!!!! Conosco bene Anny e sono tranquilla. Infatti dopo un’ ora di lavoro, tante fascette, cacciavite, smartellate con i sassi, riesce a farci stare il forcellino della bici di Gianluca e si riparte! 









Prima di uscire dalle gole ci si ferma in una ansa del fiume per tuffarci nelle sue acque!



Usciti dalle gole decidiamo poi di non fermarci e di attaccare la lunga salita che ci aspetta oggi.
Si passa ad un paesaggio quasi alpino. Dopo un po’ di salita ci troviamo davanti a noi l’imponente Cathedral di Amsfrane, una conformazione rocciosa che ricorda un po’ la nostra tofana di rozes!!!
Arrivati al passo, quando iniziamo a scendere il paesaggio davanti a noi cambia ulteriormente. Distese di campi verdi, coltivati e villaggetti di paglia e fango color ocra, animali al pascolo e campi solcati dal vomere tirato dall’asinello. Qui uomini e animali se la devono sudare davvero la pagnotta! Imbocchiamo un single track fra le case che con saliscendi che ci porta nell’imbrunire, fino al villaggio di Zaouiat Ahensal. Li dovremo fare un ultimo sforzo di 50 metri per raggiungere la kasbah  arroccata sotto cui dormiremo. Sembra di essere in una piccola perla incastonata nelle montagne! Ci aspetta una doccia quasi calda, il solito tajin e ottimo the alla menta!

Giorno 4 Zouiat Ahensal-  El Fugani-Tagreft  65 km x 1000 d+



La tappa in programma per oggi fa paura: Prevede 75 km per 2200 d+

Nonostante tutto ci si sveglia con molta calma e si va particolarmente a rilento anche rispetto agli altri giorni. Ci sono bici da sistemare, la colazione che non è pronta, la visita alla casbha da fare e tutti i bagagli e le bici da caricare sulla macchina perché prima dobbiamo fare un tranfert con la macchina per arrivare ad un passo. Ovviamente vale la pena la visita alla Kasbah. Le qasba sono sorta di fortezze costruite a partire dal 600 con una tecnica di paglia e fango chiamata pisè, che in realtà rende le costruzioni molto robuste per questo si sono conservate così a lungo nel tempo.



 



 Saliamo in macchina che sono quasi le 10, e come se non bastasse lungo il tragitto ci fermiamo a scattare foto e a far fumare l’autista. Sarebbe tutto ok…..se la tappa di oggi prevedesse il riposo!!!!Invece no!!!Arriviamo finalmente al passo  a quota 2760 m. C’è un sole splendido, ma la quota si sente e fa freddo. Ci bardiamo ben bene per affrontare la lunghissima discesa. In realtà perdiamo quota molto lentamente, iniziamo ad attraversare paesini che sembra che conoscano di più il turismo rispetto a quelli che abbiamo passato fino ad ora. Attraversiamo una lunga valle dellAit Bougmez detta “valle della felicità” . Ci sono molti tappeti fatti a mano esposti in vendita sulle rocce, vediamo donne al fiume che li battono per lavarli. Scene di altri tempi. Anny buca la ruota dietro ed è costretto a fermarsi per aggiustarla. La cosa diventa un po’ più complicata per la questione del forcellino di fortuna. Noi proseguiamo e dopo forse tre ore che scendiamo e pedaliamo sul piano arriviamo all’attacco della prima salita che dovrebbe portarci sul primo dei due passi che dovremmo attraversare oggi.  Inizia un interminabile salita. E’ tardi, non c’è la spinta e lo spirito sapendo tutto quello che ancora manca. Fabio e Anny sono rimasti indietro per la gomma forata, io e Dani andiamo a rilento, gli altri sono avanti. Hassan ci raggiunge per dirci che ci cerca un passaggio in macchina. La strada è trafficata da diversi mezzi perché pare che la stiano asfaltando, non ci mette molto a trovare un furgoncino che uno alla volta ci carica tutti!!!!

Intanto Hassan è andato a recuperare Anny e Fabio, e sul passo, a Tizi Ait Imi  a quota 2905 m sotto le vette innevate del M’goun che ci guarda dall’alto, ci ricompattiamo tutti. Li, come se non avessimo un altro passo da fare, ci fermiamo a mangiare con tutta calma. Poi iniziamo una lunga discesa nella verde e bellissima vallata del M’Goun. Arrivati giù al fiume, facciamo un briefing: che fare?è tardi, e se ci mettessimo di buona lena avremo ancora 4 ore da pedalare per finire la tappa. Non si arriverebbe prima delle 9 di sera. Hassan ci dice che a una quarantina di minuti da li  c’è una gite de tape in valle, che lui conosce.  Ragionevolmente decidiamo di fermarci.  I 40 minuti diventano circa un ora e mezza facendo una bellissima deviazione fra i villaggi che tra single track e sentierini ci porta dove Hassan ci sta aspettando con la macchina. Siamo finalmente arrivati alla gite de tape…..basta attraversare il fiume senza ponte!!!!Niente paura!ci carichiamo le bici in spalla e passiamo sopra ad un tronco che ci porta dall’altra parte!!!Ai nostri bagagli ci penserà un asinello! Veniamo accolti con l’immancabile the alla menta e le noccioline! Siamo in mezzo alla foresta ai piedi di una montagna.  La poca corrente disponibile è data da un generatore. Le nostre stanze con coperte e materassi per terra sono ben isolate dagli spessi muri di fango e paglia e profumate dal legno di cedro di cui sono fatte i soffitti. Anche stasera avremo una doccia calda, e un tajin particolarmente buono. Non tutti riusciamo a caricare i nostri telefoni…..Per fortuna Gianluca si!



 
Giorno 5 Tagreft- valle del M’Goun passo El Fugani Gole Ameskar

Oggi, nonostante il fiume da attraversare e le valigie da caricare sull’asinello, riusciamo finalmente a partire presto. Ci aspetta una lunghissima salita per arrivare dopo circa 1000 md+ al Passo Tizi al fougani a 3009 di quota!!!Siamo felicissimi, l’ambiente è ancora una volta spettacolare, ci abbracciamo e tiriamo fuori la maglietta del viaggio e la bandiera berbera per fare una foto.





Ora, da qui ci sono due possibilità per scendere: proseguire sulla pista, o provare una traccia free raid che Fabio aveva trovato prima di partire su wikiloc. Quando arriviamo all’attacco del sentiero siamo tutti un po’ perplessi. Il primo a decidersi a partire con traccia alla mano è Gianluca che vediamo scomparire nella vallata per poi riapparire come un piccolo puntino sulla riva della vallata opposta. Poi partono Fabio e Anny. Anche loro li vediamo scomparire e riapparire nella vallata opposta grandi come due puntini. Solo che anziché prendere la stessa traccia di Gianluca li vediamo scendere lungo il letto del fiume. Io dani Chiara e Obi, rimaniamo ancora li per un po’, poi decidiamo di prendere la pista magari stando attenti di vedere se si trova qualche taglio carino da fare. Io personalmente sono molto perplessa e preferisco la pista, mentre loro si buttano all’avventura su un sentiero che Hassan dice di aver fatto a piedi (chiedendo conferma a dei pastori). Dopo qualche curva mi fermo per controllare se vedo i miei compagni di viaggio sparpagliati sulla montagna e li vedo arrivare tre da una parte e due dall’altra con la bici a mano! Finalmente ci ricompattiamo…..manca solo Gianluca che intuiamo che arrivi alla fine della discesa lungo il letto del fiume, ma quando ci arriviamo lui non c’è. Chiediamo un po’ alla gente del villaggio, ma nessuno ha visto passare qualcuno in bicicletta. Iniziamo a preoccuparci. Intanto attorno a noi iniziano arrivare dei bambini. Finalmente riceviamo un messaggio sulla nostra chat del cellulare. E’ lui, sta bene, ma è fuori traccia!!!!!Meno male che la sera prima era riuscito a ricaricare il telefono!!!!!<Con l’aiuto della tecnologia, messaggi, cellulare e gps riusciamo ad individuare la posizione, a capire dov’è e ad indicargli il modo per tornare. >Passa almeno un ora e mezza prima che lo si riveda sbucare fra i ciotoli del letto del fiume. Un ora e mezza in cui diventiamo l’attrazione principale di tutti i meravigliosi bimbi del villaggio che facendoci sciogliere la tensione ci aiutano a far volare via il tempo, tra scherzi, giochi, e ampi sorrisi!!!Quegli stessi sorrisi che accoglieranno Gianluca al suo arrivo, stremato, stanco, affamato….e desolato!





 
Tempo di farlo riprendere un attimo e ci rimettiamo in sella decidendo di variare un po’ anche la traccia di oggi facendo un transfert con la macchina per non arrivare con il buio. Ci dirigiamo verso le bellissime gole di Amekcar che attraversiamo con diversi saliscendi.


 Fino ad arrivare al villaggio di  Bou Thrarar. Di li pedaliamo ancora un po’ poi carichiamo tutte le bici per attraversare la meravigliosa valle del Dades…peccato non averla pedalata, ma siamo già al tramonto, e forse per quello sembra ancora più magica. Arriviamo con il buio in un paesino della valle. Veniamo accolti in uno splendido alberghetto in stile riad con tutti i confort! Che meraviglia la doccia e il letto!!!!!
 Stasera niente tajin…..ci vengono portati un antipastino, un insalata con formaggio, e altre nuove bontà per il nostro palato….non chè due bottiglie di vino che ci costeranno 4 volte più di quello che paghiamo la stanza per dormire……qui gli alcolici non sono proprio cosa!!!!!Mentre io sono sono in bagno la maggioranza vota per una variante per l’indomani……


Giorno 6  Gole del dades (vista) - Baumalne - deserto del sagro passo Tizi'n tazazert(2283) discesa a bab n'ali

95 km x 1400

Lasciamo il nostro riad di buon ora e ci mettiamo a pedalare in salita su asfalto verso un albergo riad che dall’alto domina la vallata del dades. Dopo circa una mezz’ora 40 minuti, lo raggiungiamo. Ci fermiamo a scattare un po’ di foto, poi mi dicono che dobbiamo ritornare indietro…….Variante decisa mentre ero in bagno, solo per scattare due foto nel posto più turistico che abbiamo visto di tutto il viaggio!!!!Va bhe..


Ridiscendiamo sui nostri passi e iniziamo a pedalare in mezzo a paesini. Qui sembra che siano più abituati ai turisti.
 

Ad un certo punto lasciamo la zona abitata e iniziamo ad addentrarci in un immenso pianoro desertico. Ci lasciamo la civiltà dietro di noi, davanti, all’orizzonte montagne, in mezzo il nulla! In lointananza vediamo qualcosa di grosso che muovendosi alza polvere. Non capiamo, bene cosa sia, ma zummando con gli obbiettivi delle macchine fotografiche ci togliamo ogni dubbio...


 Purtroppo passiamo anche per una zona piena di rifiuti probabilmente trasportati dal vento. Le montagne verso le quali pedaliamo sembrano sempre li, ma in realtà ci mettiamo ore prima di raggiungerle.


Finalmente ci immettiamo in una valle prima di iniziare la lunga salita. Facciamo una pausa per mangiare qualcosa, poi ripartiamo attaccando la lunga e meravigliosa salita. Arrivati in quota ci sembra sempre che il passo sia dietro la prossima curva, invece le curve diventano davvero tante prima di raggiungere il passo Tizi'n Tazazert quota 2283!!! La stanchezza inizia a farsi sentire arrivo su cantando in lingue strane….



Al passo ci aspetta una spece di rifugetto dove ci sono ad accoglierci una donna, un uomo, e un cagnolino che si scioglie letteralmente con le nostre carezze. Ci prendiamo una pausa per berci un buon te alla mente e un paio di coca ammirando il panorama. Fa freschino, la quota si fa sentire. Iniziamo a scendere mentre il sole inizia a calare. L’orario perfetto!!!! Il panorama che si apre davanti a noi è spettacolare, siamo nell’anticamera del deserto. Montagne rocciose e poche piante.

Avvolti da una luce meravigliosa, arriviamo dopo quasi due ore in una sorta di riad in mezzo al nulla sullo sfondo di due giganteschi “mammelloni” di roccia chiamati bab n’ali. 





Ci accoglie una famiglia berbera, padre madre e due bimbe meravigliose. Stanze spartane, materassi per terra, ma ben riparati dietro alle spesse mura di paglia e fango. Ci aspetta una doccia bollente, tanto tajin, riso, e spiedini. Mangiamo fuori sotto una tenta bebera, sotto ad un cielo incantevole con la via lattea che ben si distingue su di noi. 

Spaghettata??!!!!
 
Giorno 7 bab n’ali – N’cob 34 km x 500 d+


Oggi ci aspetta una tappa corta defaticante……ma bellissima!!!! Partiamo infatti con tutta calma, Hassan non potrà starci dietro con la macchina perché ci addentreremo fra sentieri delle montagne.






Andiamo verso i due mammelloni Bab N’Ali, e quando li raggiungiamo non possiamo non perderci fra foto e filmati! Il cielo di un azzurro incredibile contrasta con i colori rossastri della terra, il sole splende su di noi, ma il caldo non da fastidio, è un clima secco, piacevolissimo! Facciamo scorrere le ruote felici come dei bambini sui primi single track che troviamo nel nostro viaggio. Continuiamo a pedalare su di un altopiano desertico, ormai siamo sulle montagne del sagro. Il colore rossiccio della terra è macchiato ogni tanto da verdi palmeti. Nel primo pomeriggio raggiungiamo un bellissimo albergo riad, nel paesino di N'Kob. Anche questa volta con tutti i confort piscina compresa. Vi troviamo un altro gruppo di pedalatori austriaci. Stasera cena a bordo piscina sotto la tenda berbera.


Giorno 8 N'Kob tranfert Tizi’n Tichca


Ultimo giorno…. Ci svegliamo con calma perché in teoria oggi dovremmo fare solo un trasferimento con la macchina per salire in quota per poi buttarci in un’ infinita discesa verso la piana di Marrakech. Dal passo di Tizi’n Tichca dove arriviamo con la macchina prendiamo subito un sentiero che lascia la strada alle nostre spalle e si addentra nelle montagne. Dopo un breve tratto di discesa molto sconnessa iniziamo un po’ di salita.  Ormai non vediamo più la strada che abbiamo lasciato alle nostre spalle e siamo immersi in mezzo alle montagne in un ambiente che ci ricorda quello nostro alpino.



 Dopo un po’ che pedaliamo finalmente vediamo spuntare fra le nuvole, il colosso roccioso del Tubkal, che con i suoi 4167 metri di altezza è la montagna più alta del Marocco. Dopo circa un oretta che pedaliamo arriviamo in un villaggio in quota dove vediamo un campo da calcio nel quale si sta svolgendo un partita mista. Molliamo le bici per fare un invasione di campo e metterci a giocare con loro. Purtroppo la partita non finisce nel migliore dei modi. Fabio corre sull’ala sinistra del campo per fare un azione in scivolata, becca dell’erba bagnata e vola a terra con una schienata clamorosa. Gli corriamo incontro pensando che stia ridendo, invece la scena che ci troviamo davanti è preoccupante.  Disteso a terra in una pozza d’acqua, senza il respiro dalla botta. Allontaniamo tutti i bambini che gli si sono fatti intorno per vedere per farlo respirare. Anche noi siamo con il fiato sospeso, in attesa di un cenno da parte sua, che per fortuna dopo un interminabile minuto arriva. “non sei mai stato bravo he giocare a calcio!?” La voce di Anny interrompe il silenzio e scioglie la tensione.  Fortunatamente Fabio riesce ad alzarsi, si mette le cose asciutte che ha, mi prendo il suo zaino e salutando con la coda tra le gambe ripartiamo…..Marocco uno, Italia zero!!!!! Arrivati al primo paesino in cui passa una strada chiamiamo Hassan. Fabio e Obbi prendono una strada asfaltata per cercare di raggiungerlo più velocemente. Noi, guidati da Anny ripartiamo sotto l’occhio minaccioso del Tubkal che nel frattempo si è ricoperto di nuvole. Ci aspetteranno tratti di discesa molto esposta, guadi di fiume, risalite….insomma non sarà un banale l’ultima tappa del nostro viaggio!!! Alla fine dopo 31 km e 460 d+ per niente semplici ci ricompattiamo nel paesino di Tighdouine ritrovando anche Fabio Obbi e Assan. Un mix di sentimenti ci avvolge!!!Siamo stanchi, felici, e tristi nello stesso tempo per essere arrivati ai titoli di coda del nostro viaggio! Dalle facce dell’ultimo scatto al nostro arrivo trapela tutto!!!!

E ora via si caricano le bici e si va verso Marrakech. Ci aspetterà una lunga giornata per impacchettare tutto e visitare la medina, ma questo è un capitolo secondario…..il viaggio finisce qua!

Nb: Premetto che per fare un viaggio di questo tipo bisogna avere un grosso senso dell'adattamento. Gli standard non sono nemmeno lontanamente europei, l'acqua calda e l'elettricità sono un optional, il mangiare è quello che hanno (ma con amore). Sicuramente non è adatto a chi vuole arrivare a sera e stendersi in un bel letto e ad aver tutti i confort. Ma le bellezze del territorio ripagano ampiamente queste piccole mancanze!!! Detto questo, chi fosse interessato a organizzare un viaggio così, con o senza bici (anche facendo trecking) Hassan è sempre disponibile e pronto a tutto e si prenderà curà di voi!!!!Lo si può contattare nel suo profilo Fb come Hassan Amazigh.
Parla spagnolo e itagnolo!!!:-) 

Altra persona fondamentale per questo viaggio è Stato Fabio Nofferini, che in Marocco c'è già stato....bho, 6/7/8 volte??Insomma, un sacco di volte!!!!Ed è stato lui che ha passato le nottati insonni a studiare la nostra meravigliosa ruta!!!Sempre disponibile per qualsiasi consiglio anche lui lo travate su Fb!!!