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"vivi una vita in cui ti riconosci"Tiziano Terzani

domenica 5 gennaio 2014

Valle dei mocheni monte Fravort da Tingherla


 Inizio dall'ultima gita l'ultima dopo quattro giorni di polvere...
Si, questa uscita la classifico proprio come evento speciale. Non tutti i giorni infatti capita di andare a fare una ski alp con Giorgio Daidola l'uomo che ha portatato in Italia il telemarck per la prima volta!!Dopo aver passato la notte a Pergine ci incontriamo con i nostri amici Carlo, Manuel, Barbara e Cocco e insieme ci infiliamo su per la valle dei Mocheni. Dopo un po' di salita ci fermiamo davanti ad una casa dove ci accoglie Giorgio raggiunto poco dopo da suo figlio Filiberto.Dopo averci illustrato un paio di alternative partiamo ricominciamo a salire per raggiungere il punto di partenza della nostra gita. Purtroppo non c'è tantissima neve quindi bisogna salire un bel po prima di iniziare a pellare. Lasciamo finalmente le macchine in uno spiazzo che viene chiamato Tingherla e da li iniziamo la nostra ascesa. Il cielo è più nuvoloso di quello che ci si aspettava, ma il panorama  sulla vallata è comunque splendido e suggestivo. Nella prima parte di bosco la neve è poca e ghiacciata, ci sono anche molti tratti ripidi in cui Barbara è costretta a lottare per riuscire a fare le inversioni essendo solo la seconda volta che usa la split board. Ovviamente se la cava egregiamente, e sicuramente questa è una di quelle gite che le inversioni impari proprio a farle! Mentre continuo a chiacchierare con Giorgio ad un certo punto realizzo che ci troviamo nel bel mezzo di una nuvola bassa. La visibilità si fa sempre più scarsa e sinceramente inizio ad avere dei dubbi su che senso abbia continuare a salire in quelle condizioni, tanto che in un attimo di pausa per aspettare chi era un po' più indietro dico che non me la sentirei più di continuare.....la solita cagasotto. Giorgio e Filiberto conoscono a menadito la zona, sono molto sicuri e cercano di rassicurare anche me sul fatto che non ci sia proprio niente da aver paura. Si prosegue ci superano due ragazzi con la tutina e gli sci leggeri che scompaiono velocemente nella nebbia. In poco tempo arriviamo alla croce di vetta.

 Mentre leviamo le pelli e ci prepariamo alla discesa altre persone la raggiungono tra cui un bambino con i suoi genitori. Quando lo vedo mi sento una merda per essere stata titubante e ancora di più quando incrocio il suo sguardo beffardo mentre azzanna tranquillamente il suo panino.Perchè devo sempre fare così!!!???Una volta che siamo tutti pronti iniziamo lentamente la discesa cercando di stare sempre a vista ma mai troppo vicini, precauzioni necessarie per scendere più in sicurezza possibile. Giorgio davanti a noi si accerta che la traccia sia quella giusta. Finalmente dopo poco usciamo dalle nuvole torna la visibilità e realizziamo di essere sopra uno splendido pendio e di aver davanti un meraviglioso panorama. La tensione si scioglie ci buttiamo giù contenti l'adrenalina sale. Rimaniamo tutti estasiati dallo stile di discesa di Filiberto, che grazie al padre che ha, sciando da una vita (ha 16 anni il ragazzo ndr),scivola giù con una sicurezza ed un eleganza incredibili....E' davvero un piacere vederlo!!!


Prende la discesa andandosi a cercare pazientemente i pendii meno battuti più ripidi e possibilmente anche tecnici...io Anny e Carlo iniziamo a seguirlo completamente attratti. Mano a mano che scendiamo ci ritroviamo a fare slalom fra gli alberi a scendere per stretti canalini a fare salti.E' una goduria totale. Questo modo di scendere cercando sempre il punto migliore prolunga molto il piacere della dicesa e fa si che non duri infinitamente poco rispetto alla salita come succede di solito. Giorgio, per deformazione professionale, (è un giornalista e scrive per la rivista ski alper) si diletta a farci un sacco di foto. Dopo un ultimo tratto pendente sull'orto innevato di una casa rientriamo nel primo tratto di bosco. Per fortuna la neve non è più ghiacciata come quando eravamo saliti, ma l'attraversamento del torrente in più tratti e i tornantini stretti in mezzo agli alberi non ci rendono comunque la vita facile. Io e Barbara optiamo per proseguire a piedi. Due passi e siamo di nuovo alla macchina. Nonostante la gita non sia stata lunghissima sono già le quattro del pomeriggio. Mentre ci cambiamo Anny apparecchia la tavola da snow board di Barbara preparando un piccolo rinfresco.

 Cambiati e rifocillati Giorgio ci invita per un caffè a casa sua e ovviamente non ci facciamo ripetere l'invito due volte. Non capita tutti i girni di essere invitati a casa da un giornalista sportivo viaggiatore. In casa veniamo accolti dalla moglie Cristina e davanti a un po' di biscotti e qualche tazza di tè e caffè ci si perde in chiacchiere sfogliando le sue riviste guardando i suoi cimeli nella casa "museo" in cui si trova praticamente la storia del telemark. Ci invita ad andare a provare quell'affascinante disciplina e ovviamente ci scambiamo numeri e contatti per andare. Ci congediamo poi felici, e soddisfatti dopo la spendida giornata trascorsa, vogliosi di tornare al più presto!
traccia

...E per gentile concessione ecco anche le foto di Giorgio Daidola!

2 commenti:

  1. Lo scialpinismo

    È uno dei mezzi attraverso cui abbiamo deciso di cercare, trovare, superare, esplorare.
    Cercare e trovare libertà, bellezza, adrenalina, emozione, amicizia. E neve fresca possibilmente. E profumo di montagna. Superare limiti, paure, pigrizia, condizionamenti. Esplorare pendii, percorsi, valli e silenzi.
    Ogni volta ci sono sentimenti contrastanti alla partenza, ogni volta dopo aver spezzato il fiato, ci si ferma e ci si guarda intorno a bocca aperta, si respira e finalmente si sente l’odore della neve e qualcosa dentro di noi fa pace con qualcos’altro.
    Certo, non è sempre una giornata di sole, a volte c’è una nebbia paurosa e poco rassicurante. O neve brutta. E ghiaccio. Allora, cara Sam, non ti devi mica stupire della paura e della preoccupazione, né confrontare con un bimbo che segue fiducioso i suoi genitori. Tu sei una donna intelligente e indipendente, che ha accumulato un po’ di esperienza in montagna, hai il diritto e il dovere di porti delle domande e di avere dubbi. E di andare oltre a questi quando possibile.
    A volte succede così, che la gita la si gode non tanto mentre si fa la gita, ma dopo, al sicuro, con l’adrenalina a risposo. Fa parte del gioco.
    Facendo scialpinismo insieme, ci si scopre e sceglie piano piano, perché in certi momenti non è possibile non essere veri. C’è chi è più bravo e chi si ingegna e fatica di più, ma questo forse non è l’aspetto fondamentale nello scegliersi e nel fare insieme le cose (a meno di non voler andare a tirare pendii oltremodo ripidi….;)). Al momento il vero motivo è la passione, la spinta, la “voglia” (Daidola docet ;) ), la capacità di condividere tutto questo.
    Voglia di salire su e scivolar giù.

    Basini!

    B.

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  2. Grassie Barbara!!!sono perfettamente in sintonia con le tue parole!!Quando ad unire due persone sono una o più passioni il legame che si crea diventa energia pura!!E' davvero bello poter condividere gioie e fatiche con una compagna allegra e caparbia come te!!!sei energia positiva purissima!!!:-)

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