quello che non condivido qua è www.scimmiaanatas.com

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"vivi una vita in cui ti riconosci"Tiziano Terzani

lunedì 31 gennaio 2011

patagonia!!!

Mentre sto cercando di prendere sonno al calduccio del mio sacco a pelo da lonto sento un rumore sordo simile ad un tuno. Sono gia' in dormiveglia ma realizzo essere il rumore di un pezzo di chiaggio che si stacca dal ghiacciao che si trova poco lontano dal campeggio nel parco Quelat dove sto campeggiando. Sono nella  patagonia chilena !  Oggi e' il quarto giorno che pedalo e finalmente sembra che sto ricominciando ad ingranare e a prendere il ritmo giusto. Da domani infatti iniziero' ad aumentare il kilometraggio. Fin dal primo giorno  mi sono resa conto che avrei dovuto almeno all'inizio ridimensionare un po' la mia tabella di marcia decisamente troppo ambiziosa per una che prima di partire ha passato in casa ben tre settimane dovendo fare tre cicli di antibiotici (robaccia che credo di aver preso a dir molto due volte in vita mia) causa febbre e bronchite!

Lascio il porto del chaiten senza riuscire a togliermi dalla faccia un sorriso ebete mentre pedalo. Riesco anche a sbagliare strada e farmi "a gratis" un 10 km di sterrato in salita che non mi portano da nessuna parte e per fortuna che non avevo le cuffiette nelle orecchie quando un cileno mi ferma per dirmelo! Riprendo la strada giusta e ricomincio a pedalare con il mio bel sorriso stampato sulle labbra fino a che la strada inizia ad arrampicarsi in una lunga salita. ho gia' fatto 70 chilometri e inizio ad essere provata, in piu' lo sterrato e' sabbioso e non riesco nemmeno a tenere il controllo della bici. Niente da fare , non vado. Mi fermo e mi ficco in bocca quattro barrette, dando la colpa al calo di zuccheri (ovviamente non ci penso neanche che semplicemente non ne ho piu'....). Ricomincio a spingere la bici, tre pedalate e giu' a spingere, tre pedalate e giu' a spingere. Ogni tanto mi giro per guardare la strada che ho gia' percorso e cerco di farmi coraggio. Poi (pur sapendolo) fermo una macchina per chiedere quanto manca a Santa Lucia. Qundo il tipo mi conferma i 40 km che mi aspettavo inizio ad abbattermi... Da li in poi ogni macchina che passa inizio a pensare di fermarla per chiedere un passaggio. Resisto per un po' poi quando vedo arrivare un pick up in lontananza cedo, lo fermo e mi faccio dare un passaggio per superare la salita. Sono un po' abbattutta, ma realisticamente parlando mi rendo conto che continuare da sola non sarei piu' arrivata. Mi faccio scaricare a qualche kilometro dal paese quando dall'alto della salitona inizia a intravedersi Santalucia. Rimonto in sella e mi lascio portore a valle.  Da lontano una bicicletta mi viene incontro. Ci si aspettava e ci si riconosce subito. Appena ci incontriamo io e Marco ci salutiamo con un lungo abbraccio, contenti di ritrovarci e di condividere (almeno in parte) un altro viaggio.
 Il secondo giorno dopo qualche ora che pedalo sotto la pioggia mi sorprendo a non esserne infastidita per niente. In effetti prim di partire mi ero ripetuta in continuazione come un mantra che in questo viaggio sarei stata pronta a tutto de in particolare  alla pioggia che tutto sommato sulla carettera austral puo' anche avere i suoi lati positivi visto che almeno non sono cosretta a mangiare polvere ogni volta che passa un mezzo. Peccato solo che la tuta che doveva essere super impermeabile e traspirante in relta' non lo e' e mi ritrovo a pedalare sotto l'acqua   completamente fradicia. Visto che abbiamo margine di tempo decidiamo di fermarci alla junta dopo una settantina di kmetri dove incontriamo Simon un ragazzo inlese simpaticissimo (che di inglese ha solo la lingua) che sta viaggiando in bici dall” Equador con il quale passiamo un po' di tempo a chiacchierare e a scambiarciqualche dritta. 
Il terzo giorno di pedalata ovviamente buco, e ovviameente buco quella dietro il che vuol dire dover smontare tutte le borse per togliere la roba e mettersi li ad aggiustare....Non so nemmeno io come ho fatto, ma la camera d'aria a ben tre buchi!!!Ole'!!!La prendo in ridere tanto ci aspetta una tappa corta e sono comunque contenta di essere fuori in mezzo alle montagne con un tempo splendido.
Quando ripartiamo ci fermiamo anche in una finca a comprare queso (formaggio) che qua devo dire non essere niente male!!!
Facciamo tappa a Villa amenegual un gioiellino incastonato in mezzo alle montagne. Una delle cose che mi sono saltate all'occhio nei vari paesini che abbiamo passato e' che c'e' veramente "el basico": l'insegna supermercado e' posta sulla porta di negozietti che da noi sarebbero come delle drogherie e l'altra cosa e' che non ci sono bar!
La gente per socializzare si trova a casa da uno o dall'altro o se il tempo lo permette formano chiacchierano per la strada.
Lasciamo il villaggetto sotto una pioggerellina fine ma insistente tutti incapucciati. Durante il percorso il tempo cambia in continuazione dopo un po' che pedaliamo infatti arriva il sole ad asciugarci e poi ancora la pioggia e anche il vento sembra non sapere bene che dirzione prendere. Quando arriviamo a Minehuales sotto una pioggia battente siamo indecisi se fermarci o meno e mentre siam fermi davanti ad un "supermercato" per decidere arrivano altri ciclisti che avevemo conosciuto i giorni precedenti. Alla fine decidiamo di rimanere tutti insieme e andare a cercare un posto di cui qualcuno ha sentito parlare che ospita i ciclisti. Alla fine siamo felici di essere restati se non altro per aver conoscito Jorge, un "ex Ciclista" (che pero' ancora tiene l'animo) che siccome ha una casa molto grande (ha uno spazio che prima utilizzava come palestra) da un tetto gratis ai ciclisti che passano per di li offrendo bagno, spazio per cucinare un ospitalita' da non credere e una fonte di informazione interminabile su tutta la carettera austral. Ha un sito http://www.elcazadordeciclistas.cl/ e il suo sogno e' quello di fare in modo che altri come lui sulla caretera austral possano offrire un tetto e un posto per cucinare a gratis permettendo facendo in mondo che la cosa non diventi un obbiettivo commerciale, ma solo un appoggio per chi viaggia in queto modo. Rimaniamo molto tempo con lui a chiacchierare e a scambiarci informazioni anche sul nostro progetto di viaggio legato al popolo saharawi e alla fine ci salutiamo con la speranza e l'augurio di poter realizzare i nostri sogni...piccole gocce nel mare, ma con la consapevolezza che anche le cose piu' ambiziose partono in qualche modo anche da piccoli passi.
Oggi mentre pedalavo mi e' venuta in mente quella volta che per allenarmi con Marco avevamo fatto insieme 80 km su e giu' per l'appennino svalicando in continuazione e facento non so quanti metri di dislevello. Io a 10 km dall'arrivo alla macchina mi buttai per terra in un parco e quando Marco mi venne vicino gli feci cenno con la mano di andarsene e di lasciarmi "muorire" li in pace....Lui ando' avanti e mi torno' a prendere con la macchiana....
Ci pensavo perche' ci si rende conto di quanto l'andare avanti o meno sia soprattutto una quetione mentale. Quella volta sapevo che Marco sarebbe andato avanti e sarebbe tornato per recuperarmi. L'impostazione mentale che ho ora e' completamente diversa. Qui vado avanti e voglio andare avanti! Anche domani mi aspetta un tappone lungo e con dislivello. Spero solo che il vento ogni tanto venga a darmi una spintarella alle spalle!!!

venerdì 21 gennaio 2011

Venerdì sera, ormai ci siamo...a due giorni prima della partenza sono qua che ancora non sto facendo altro che pensare a cosa mi sto dimenticando.
Sono mesi che mi preparo e penso a questo viaggio. Qiesto è un viaggio diverso da tutti gli altri, questo è il viaggio. Un viaggio per il quale in reltà sono partita già da parecchi mesi e che è cresciuto e si è evoluto dentro di me con me. Dopo tanta aspettativa non mi sembra vero che questa è la penultima sera che dormo nel mio letto.