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"vivi una vita in cui ti riconosci"Tiziano Terzani

mercoledì 21 dicembre 2011

La montagna in bicicletta

Il motivo per cui dopo il giro ci siamo fiondati a Lama è stato per partecipare ad un evento creato da Timmy per beneficenza. Timmy è una splendida persona impegnata nel terrirorio di Lama per avvicinare i ragazzi alla montagna tramite la mtb d'estate e le ciaspole o lo sci da fondo in inverno. Per la creazione dell'evento vengono chiamati in ballo Anatas Gianluca Kevin e Roberto per farci vedere foto e filmati sulla Mtb. Quello che traspare dalla presentazione delle loro foto credo ce siano gli stessi sentimenti che anima lo spirito della serata e dell'evento stesso. Mtb, ma non è l'atto fisico di per se se non l'unione, lo stare insieme, la solidarita l'amicizia. la condivisione. La serata infatti è stata organizzata per raccogliere fondi per aiutare la famiglia di Daniele Rossi venuto a mancare in un incidente. Una serata splendida in cui ho avuto modo di conoscere bellissime persone che con il loro FARE fanno la differenza. Tra queste voglio citare Silvia giovane "bikeressa" (come dice suo padre) figlia di Timmy che mi ha particolarmente colpito per la sua sensibilità ed il suo entusiasmo. Di seguito riporto le sue parole per la descrizione dell'evento. Io non sarei stata capace di descriverlo meglio!

"Un grande atto di cuore" di Silvia Torri
Il 17 dicembre, come molti di voi sapranno, si è tenuto l'evento "La Montagna in Bicicletta" in memoria di Daniele Rossi. Un folto gruppo di bikers provenienti da diverse località della provincia e da quelle limitrofe ha cominciato a riempire la Sala Consigliare del Comune, gentilmente messa a disposizione dall’Amministrazione Comunale, già prima dell’inizio dell’evento, poco dopo anche buona parte dei Biker Boy & Girl dell’associazione con i loro genitori e diversi cittadini hanno riempito il locale portando così a 70 persone il numero degli spettatori.
I protagonisti sono stati Marco “Anatas” Bietti, Francesco “Kevin” Mazza, Gianluca “Gianlu” Bellezza e Roberto “Robby” Mattioli, che si sono presi l'impegno di venire da lontano per presentare i loro video illustrandoli nei particolari, ma partiamo dall'inizio.
I giri presentati sono escursioni svolte tra le montagne, Livigno, Marmolada, Sibillini, solo per citare alcuni luoghi.
Siamo partiti con una presentazione video del nostro gruppo, realizzato dalla sottoscritta, mentre Timmy illustrava a voce gli scopi e le attività.
Anatas è stato il primo ad iniziare con il suo video, raccontando vari aneddoti accaduti durante l'escursione illustrata in un fantastico tour di diversi giorni attraverso Italia, Svizzera e Austria, ha continuato Robby dicendo che era quasi lo stesso giro ma al contrario e… con pioggia e neve nonostante fosse luglio! A proposito, ringraziamo l’Asd Turbolenti Mtb di cui Robby fa parte, per averci messo a disposizione l'impianto audio-video.
Abbiamo quindi fatto una breve pausa per uno spuntino, realizzato grazie alle mamme dei nostri ragazzi, al forno La Spiga d’Oro, al Lama Market e al Vecchia Lama.
Durante questo intervallo è stato anche presentato il libro "Alto Appennino Modenese in mountain bike", con dvd e tracce gps, scritto da Paolo Cervigni e Michele Trenta, il ricavato dei libri venduti nell’occasione è stato devoluto a favore dell'iniziativa.
Abbiamo poi ripreso con i video, è stata la volta di Gianlu, anche lui raccontando aneddoti e descrivendo i luoghi di una bellissima carrellata di foto scattate negli ultimi anni in varie località.
E' quindi il turno di Kevin, l'ultimo dei protagonisti, con foto mozzafiato attorno alla “Regina delle Dolomiti”, la Marmolada. Colori e paesaggi carichi di adrenalina! Dopo di che si è tenuto il momento clou della serata, la consegna del ricavato ai ragazzi, ma anche la "premiazione ai protagonisti".
Timmy premia Gianlu, Fausto premia Anatas e Robby e... io premio Kevin, con una copia della locandina dell’evento dedicata ad ognuno di loro. Infine Claudio consegna la scatola con il ricavato a Manuel.
Vista l'ora, abbiamo pensato bene di avvertire il Ristorante Vecchia Lama per farci preparare da mangiare, naturalmente pensando anche ai vegetariani!
Una veloce rassettata alla Sala di Consiglio e... a Tavola!
Durante il pasto abbiamo chiacchierato, fatto battute e scherzato.
A fine serata abbiamo pagato e siamo andati a casa ,un po' dispiaciuti di lasciare quella bella compagnia.
In seguito esporremo le foto dell'evento
Un Saluto Grande Grande
Qui sotto il link!
http://www.montecantiere.com/

lunedì 19 dicembre 2011

Alpe sigola

Stavolta non scegliamo la meta del giro, a Lama sabato DOBBIAMO ANDARCI! Fabio lancia l'idea di un trecking ma io rilancio con la proposta di un giro in bike. Timmi ci manda la descrizione di un giro che a mia volta la passo a Fabio che passa ad Anatas....Gli ultimi due iniziano un tam tam di botta e risposta tra una variante e un altra fino a che alla fine ne salta fori una traccia di cui nessuno dei partecipanti riesce a capire bene di che giro si tratti. Oltre a me Fabio e Anatas ci sono anche Gianluca (Sergione o Luky...ma come lo si deve chiamare???) ed Enrico e Beppe. L'unica cosa che sappiamo è che si va all'alpe sigola e l'unica domanda che facciamo anzi che fa Gianluca riguarda i tempi. Quella santa donna di sua moglie lo aspetterebbe a casa a pranzo....giusto per sapere quando dovrebbe far buttar giù la pasta! Ma la risposta di Fabio ("potremmo metterci da una a sei ore") non è certo rassicurante! Partiamo poco più su di Lama belli imbacuccati, la giornata è una di quelle con cielo limpido e terso. Il vento del giorno prima ha spazzato ogni nuvola e pulito comletamente il cielo, ma nonostante il sole la temperatura è davvero bassa.
Pochi metri di asfalto e ci infiliamo su per la famosa via Vandelli di cui ne percorreremo un bel tratto. Il giro inizia subito con delle rampe belle toste che ci fanno scaldare in fretta.....io anzichè scaldarmi sento di avere le gambe di piombo (forse per aver fatto "qualche vasca" il giorno prima..) e capisco di essere poco informa (continuo a trascurarmi un po' di febbricola). Conosco i pedalatori e per non essere di peso chiedo le chiavi della macchina ad Anatas. Ma non c'è storia, ormai siamo in sella e si và e quando si parte il giro sà dà finì!
Mi metto l'anima in pace e padalo. D'altra parte la giornata è davvero splendida e sarebbe un vero peccato non sfruttarla.

Dopo poco che pedaliamo ci accorgiamo che Beppe è rimasto un po' indietro. Quando ci riprende ci dice beatamente di essere caduto in una pozzanghera. Gamba e piede sinistro completamente fradici e infangati ma senza fare una piega ci ride su e contina a pedalare.
Superato il passo cento croci il secondo inghippo: Fabio rompe il cambio! L'unica cosa da fare è toglierlo e accorciare la catena, uguale pedalare in single speed!Ma ci vuole ben altro per fermarlo!
Qui Gianluca però iniza a sospettare che forse non farà in tempo a trovare la pasta calda al ritorno.
Proseguimo il nostro giro dovendo attraversare anche tratti poco pedalabili ma i panorami che ci circondano sono troppo belli e tra il cimone da una parte e il giovo dall'altra non sappiamo dove guardare!


Il giro continua ad essere bello tosto, ma noi continuiamo a pedalare fino a che non arriviamo all'alpesigula dove oltre che ad ammirarare il panorama ci fermiamo per mettere qualcosa sotto ai denti...Gianluca inizia ad abbandonare l'idea di riuscire ad essere a casa per il pranzo....
In effetti il giro si prospetta più lungo e più duro di quello che si pensava e anche il freddo comunque non aiuta. Facciamo una bella discesa a gradoni, ci infiliamo nel bosco arriviamo sotto a sasso tignoso dove lasciamo per un po' le nostre bici per raggiungere la cima. Il vento è davvero gelido e quando arriviamo su non abbiamo scampo e non ci da tregua, ma come sempre lo splendido panorama ci ripaga di ogni nostra fatica!

Non siamo ancora a metà giro e la strada non è certo tutta in discesa. Anatas alle 17:30 deve essere a Lama per l'iniziativa...
Fabio non ostante il single speed avanza senza fare una piega, iniziamo ad essere tutti cotti, ma nessuno di noi si lamenta e continuiamo a pedalare. Poco prima dell'arrivo Beppe fora, io vado avanti perchè temo di non riuscire più a ripartire se mi fermo.
Quando a 5 minuti dalla macchina Anatas si gira per dirmi che siamo arrivati, scivolo su una lastra di ghiaccio risciando di rompermi l'osso sacro! Sembra un giro ad eliminazione, ma alla fine ce la facciamo tutti ad arrivare!!!!
Io e Anatas smontiamo le bici alla velocità della luce le montiamo in macchina e ci fiondiamo giù a Lama.
Sono da poco passate le 17...giusto in tempo per la presentazione!!!ecco qui le foto di Anny

mercoledì 14 dicembre 2011

inaugurazione toboga guaraldi

Domenica mattina al risveglio sento subito di non essere ancora proprio al 100%. D'altra parte è solo da un giorno che sono sfebbrata e considerando che venerdì mattina avevo avuto anche un incontro ravvicinato "vis a vis" con la tazza del wc magari avrei avuto bisogno di un'altro po' di riposo...
E invece no!!!Oggi si celebra un evento a cui non possiamo proprio mancare!!!L'inaugurazione del toboga Guaraldi!

Questo evento si lega ad una delle solite "tranquille" notturne fatta qualche mese fa alla fine dell'estate. Soliti zaini pieni di pane, formaggio, salami, dolce, e naturalmente birra e vino. Come sempre andiamo su belli carichi con tutte le nostre "luvarie" arriviamo in cima ai prati di mugnano e dopo aver ripreso un attimo fiato ci buttiamo a picco verso la collinetta in cima alla quale c'è il tavolaccio di legno e persino l'angolo del barbequeou (si scrive così???) e li appoggiatete le biciclette iniziamo a gruf..hem a banchettare "sfettlando" salami pane formaggio e stappando bottiglie a volontà!!!E' una bellissima notte di fine estate il cielo sopra di noi è un universo di stelle e l'arietta inizia ad essere già un pochettino pungente. Insomma non è certo solo per la mangiata e bevuta che ci siamo fatti che è difficile riprendere le bici per tornare alle macchine, ma domani si lavora e hai mè bisogna ripartire. Con la pancia piena e gli zaini vuoti torniamo in sella e ci buttiamo nel sentiero che scende in mezzo al bosco con i toboga. L'abbiamo fatto ormai un sacco di volte tutti noi lo conosciamo a mena dito, ma è sempre divertente! Prendiamo velocità e ci diveriamo come matti. Ormai siamo giù alcuni di noi hanno già la gomma sull'asfalto. A qualcosa come 5 metri dalla strada Paride con la sua 29 capotta rovinasamente. Putroppo si capisce subito che c'è qualcosa che non va. infatti chiamimo l'ambulanza che se lo porta via. Ne avrà almeno per un paio di mesi con la caviglia rotta.
"Assorbito" un attimo il colpo la macchia organizzativa dei salami si mette subito in moto. Il Pesce mette in atto le sue (ootime direi) qualità da falegname e costruisce uno splendido cartello per intitolare il tobaga in onore di Paride, si preparano nastri, bottiglie e persino una corona!
E' così che in questa gelida domenica chi partendo prima, chi dopo alla fine ci ritroviamo tutti su al parcheggio dei prati di mugnano per dare inizio alla cerimonia!
Questa volta negli zaini non mettiamo solo i soliti taglieri, ma qualcosa di ben più pesante!

 Caricati gli zaini ci fiondiamo al solito posto in cima alla collinetta e si aprono le danze!


Quella di questa foto è la posizione N1: sfetlamento!




L'organizzazione è perfetta: mentre alcuni preparano la tavola e iniziano a banchettare altri iniziano a piantare il cartello, e a fissare il nastro. Il presidente Rascel si appresta per guidare la celebrazione.....e ci sono pure le veline!!!!!!



Dopo lo spumante e il taglio del nastro scattiamo una bella foto di gruppo prima di raccimolare di nuove le nostre cose e proseguire la cerimonia. Io Anatas Mazzi e Mirella ci stacchiamo dal gruppo perchè qualcuno freme per pedalare, mentre gli altri si fiondano giù per il toboga. Dopo poche centinaia di metri cambiamo idea e decidiamo di raggiungere di nuovo gli altri un po' perchè io sono in "banana" e mezza febbricitante, quindi non esattamente informissima per pedalare, un po' perchè ci dispiace non assistere anche alla seconda parte della cerimonia.......Chissà come sarebbero andate a finire le cose se non fossimo tornati indietro....ma questo è un altro film!
Raggiunti gli altri alla fine del toboga vediamo che il tutto è già stato fatto in maniera più che scentifica.


Anche questa è fatta! La caduta di paride è stata riscattata!!!!!Grande!!!!!!
Nel frattempo noi siamo stati capaci di fare ben meno di 10 km in 4 ore!!!!!Un record!!!Alcuni ci salutano e tornano alla macchina, noi invece riprendiamo la "salitella" per i prati per continuare a raidare un po'. Programma del giro: bho!!!!Ad ogni bivio ci fermiamo per decidere da che parte andare, qualcuno lo perdiamo strada facendo. Alla fine ci troviamo a prendere la discesa che va verso Battedizzo.
Un bel singol treck veloce, velocissimo.....troppo veloce! Il povero Mazzi (che non cambia i freni dal 2001) prende in pieno un sasso che lo lancia letteralmente contro un albero.
Cazzo la maledizione di Monte Mario colpisce ancora!!!

La Mirella corre subito in soccorso e dopo essersi assicurata che lui sia vivo guarda la bici e riesce a dire: "fortuna che hai sbattuto con il manubrio e non con la forcella!!!" quando uno è bikers inside non si smentisce mai!!!! Anche il Mazzi ha preso una bella botta!!! Dopo aver risistemato lui e la bici lo aiutiamo ad arrivare sulla strada e da li la Mirella lo viene a prendere per portarlo al ps.
Diagnosi: Frattura scomposta dell'urna e due costole rotte!!!!!
E dopo questa direi che la prossima volta a Monte Mario o si evita o ci si va a piedi!!!!
ecco le foto

giovedì 8 dicembre 2011

Garda ponale e sentiero 422



Partenza da Modena ore 7. Solita levataccia per andare a pedalare in compagnia di Mazzi Mirella Enrico Gianluca (Casarini e Bellezza)Gerry Anacleto e la sua compagnia. Fermento per la titus che Ferran mi ha dato da provare per un eventuale acquisto. La giornata è splendida il cielo è di un azzurro cristallino anche se la temperatura si è notevolmente abbassata rispetto all'ultima volta. La salita fino a bocca dei fortini si fa dare del lei ma è addolcita dall'ottima compagnia e da una tappa al rifugio degli alpini dove ci prepariamo un ottimo caffè bollente. Da li ripartiamo ammirando un panorama splendido e poco dopo una splendida discesa tra radici sassi e tornanti (poco tecnica direi...) ci riporta fino a Riva.Dopo un passaggio al garda bike per provare a contrattare una jakil coroniamo la giornata con un bel brindisi e un paio di birre per reintegrare i sali.Voto 11 per il giro la giornata e l'ottima compagnia!Fra qualche ora si riparte verso la toscana......
traccia ponale sentiero 422 

qui le foto

domenica 4 dicembre 2011

Romagna mtb

mtb san cassiano (brisighella)

 
Levataccia anche questa mattina per raggiungere la Romagna. Bellissimo giro organizzato da Teddy (non si sbaglia) con gli amici romagnoli e della senio bike. Giro alla montain strapanoramico con belle discese tecniche e una luuuuuuuuuuunga salitona prima dell'ultima discesa finale. Splendida giornata!Come sempre ne vale la levataccia e il freddo (della prima mezz'ora!) foto romagna mtb

lunedì 28 novembre 2011

Due giorni sul carrega

Sabato mattina la sveglia ci butta giù dal letto come sempre prestissimo. Le giornate sono corte e la strada da fare partendo dalla bassa è sempre tanta. Non c'è tempo da perdere. Dopo più di due ore di macchina fuggiamo dalle nebbie e arriviamo al rifugio rivolto sopra il paesino di Giazza. La giornata è splendida, dopo aver messo giù le nostre cose al rifugio ci incamminiamo sul sentiero 186 che parte proprio da lì.In una ventina di minuti arriviamo al passo pertica dove si trova il relativo rifugio. Da qui partono il sentiero Pojesi che però troviamo "ufficialmente chiuso" (così ci dice il rifugista) e la ferrata Biasin. Ci infiliamo l'imbrago e in 5 minuti arriviamo all'attacco della ferrata. Corta ma impegnativa, prima di attaccare i moschettoni si fa qualche passaggio di arrampicata in verticale e non sarà l'unico!La ferrata prosegue sempre molto esposta. Ad un certo punto "entra" dentro la montagna. Bisogna passare attraverso una fessura che si fa sempre più stretta. Mi incastro con lo zaino e ci metto un po' a capire come fare a "scastrarmi". Appena dopo quel passaggio strettissimo fortunatamente c'è un terrazziono che permette di prendere un attimo fiato e di riposare un po' le braccia. Appena si rimettono le mani sulla roccia però si riparte in verticale e c'è bisogno di braccia gambe e tecnica per continuare a salire. 
Ci mettiamo un po' più di mezz'ora per arrivare alla fine della ferrata che però non corrisponde alla vetta. Da li continuiamo sul sentiero 108. che inizia con dei comodi saliscendi con dislivelli impercettibili, finchè dopo poco letteralmente si impenna per farci arrivare a cima tibet.
Siamo in cresta c'è neve ghiacciata e lo spettacolo davanti ai nostri occhi è a dir poco mozzafiato. In qualunque ndirezione lo sguardo si perda incontra solo cime. Quelle dell'adamello sono completamente bianche, poi si vedono quella del brenta e la presanella. Continuiamo a camminare in cresta, l'intenzione sarebbe quella di raggiungere la vetta del carrega. Raggiungiamo un altra cima, la vetta della madonnina, e iniziamo a capire che senza ramponi si fa pericoloso andare avanti per la neve ghiacciata. Siamo sul crinale e non è il caso andare a correre del pericolo. La montagna va sempre rispettata. I nostri occhi e il nostro cuore hanno fatto comunque già il pieno di paesaggi fantastici, quindi ci accontentiamo e prendiamo un sentiero per ridiscendere.
La splendida giornata si conclude al rifugio revolto con un ottima cena e chiacchiere davanti al camino. Ci siamo solo noi e i gestori e ci lasciamo coccolare!

Carrega mtb...the day after

Il rifugio dista solo dieci minuti dal punto di ritrovo dove ci siamo dati l'appuntamento....gli altri vengono dalla bassa con due ore di macchina....ma noi riusciamo ad arrivare incredibilmente in ritardo lo stesso!!!Nel parcheggio di Giazza ci aspettano Mazzi la Mirella Gianlu(71)  Emi  e Gianluca (Casarini) hanno già scaricato tutte le bici da furgone. Dopo i meritati "rimproveri" per il ritardo e una breve consulta decidiamo di ricaricare tutto sul furgone per toglierci almeno una parte di salita di asfalto e di partire poco sotto il rifugio rivolto. La giornata è splendida il cielo azzurissimo e non ostante sia autunno inoltrato e oltre quota 1500 la temperatura è mite.
Ci mettiamo in sella alle nostre bici e iniziamo a pedalare sulla strada militare che io ed Anny avevamo già fatto a piedi la sera prima. Il panorama è semplicemente meraviglioso passiamo oltre al rifugio Pertica dove il giorno prima ci eravamo fermati a farci un vinbrulè e raggiungiamo quota 1900. Attorno a noi solo montagne e cime innevate. Continuiamo a salire facendo anche un tratto sulla neve ghiacciata. Poi arriva la prima discesa. All'inizio difficilotta. Poi sempre più difficile!!!!!Mentre gli uomini ci "scivolano" via io e la Mirella scendiamo dalla bici e la prendiamo in chiacchiera fino a giù!!!Bhe la mtb è poi anche questo, non importa essere sempre dei fenomeni no?!
Dopo la lunga discesa "mortale" ricominciamo a salire in mezzo al bosco. Incontriamo anche un gruppo di simpatici bikers vicentini con i quali scattiamo una foto e ci invitano ad andarli a trovare nel loro forum (aplo mtb) Scattiamo una foto di gruppo e ripartiamo. Poco dopo facciamo un altra breve pausa in una malga (chiusa) per sgranocchiare qualcosa prima della discesa. Poi tutti felici e contenti (tranne Mazzi che non ha avuto le noccioline dalla Mirella....) ci rimettiamo in sella per la bellissima discesa verso Giazza!
Un'altra bellissima giornata è andata e come sempre gran gruppo!!!!
Le foto che ha fatto Anny son qui!!!foto

domenica 20 novembre 2011

Mtb caprino malga ime..

Io Mazzi Mirella Emiliano Gianlu71. Giornata splendida con cielo azzurrissimo e più di dieci gradi. Bellissima vista sulla catena del carrega e del brenta con le cime innevate. Discesa spesso su sassi smossi con finale sulla gradianata che ci ha riportati a caprino. Chiusura della serata in bellezza con cena a casa di Mazzi e Mi....
mtb caprino malga ime

lunedì 7 novembre 2011

Ospitale lago scaffaiolo passo della riva pratignano

traccia

Due Novembre 2011. Presenti all'appello io, Mazzi, Anatas Spalla e il suo mitico cane Roccia. Poche foto ma che parlano da sole....L'appennino regala sempre emozioni e paesaggi fantastici! Lasciamo le macchine a Ospitale dove iniziamo una lunga salita prima sull'asfalto che poi diventa carraia fino ad arrivare alla croce arcana. Iniziamo a percorrere il sentiero di crinale immersi nella nebbia fino ad arrivare al lago scaffaiolo che fa copolino ognitanto tra nubi e forscia. Facciamo una tappa al rifugio per rifocillarci con qualcosa di caldo e un ottima torta alla nutella!!!!Nel frattempo le nubi si diradano il cielo diventa pulito e quando ci rimettiamo in sella la giornata è solendida e ci regala paesaggi bellissimi. Quanto lo amo l'appennino!!!!!Proseguiamo fino ad arrivare al passo della riva dove ci fermiamo ad ammirare per un po' il panorama. Il sole e i suoi giochi di luce fra le montagne ci regalano una vista splendida in un periodo in cui la montagna è piena di colori. Forse ci perdiamo un po' troppo perchè quando ripartiamo ci accorgiamo che la strada è ancora lunga e la giornata sta già volgendo al termine. Ci rimettiamo in sella e dopo un po' iniziamo a scendere per un divertentissimo sentiero che ci si presenta come un tappeto di foglie. Siamo in mezzo al bosco e ormai la luce è davvero poca. Con un ultima "raidata" arriviamo ai prati di pratignano. Fantastico! Siamo pedalando nell'imbrunire su di un prato con la nebbiolina che sale da terra....sembra di essere su un altro pianeta!
Arriviamo alla macchina che ormai è buio. Soddisfatti di uno splendido giro nel "nostro" caro appennino che in qualunque stagione e con qualunque mezzo è sempre in grado di regalarci splendidi panorami e bellissime emozioni!!!!!!E viva noi che sappiamo apprezzare!!!!!!
Ps: Un grassie particolare alla Mirella che non c'era perchè come tutti i sabati è a sgobbare come volomntaria al canile (ce ne fossero) e mi ha concesso di usare la sua splendida Santacruz!!!!:-)

qui le foto

mercoledì 2 novembre 2011

Due giorni sulle apuane

Primo giorno


Essendo la strada per arrivare alle apuane veramente lunga, decidiamo saggiamente di partire il giorno prima. Dormiamo al rifugio Matanna, da cui parte il nostro sentiero, guadagnando così qualche ora di riposo e di cammino, soprattutto ora che le giornate si sono accorciate di un ora. Siamo io, Mazzi, Anatas, Mirella ed Emiliano a lasciare le nebbie della bassa. Partiamo sabato pomeriggio, la nostra destinazione sono le alpi apuane che solitamente siamo abituati a vedere dal crinale del nostro appennino.
Arriviamo con il buio verso le 20:30 di sera. Siamo accolti da un via vai di bambini che ci salutano, da cani di ogni razza e da una signora con l'accento toscano che ci accoglie come se fossimo anche noi di famiglia.

Dopo aver preso posto nelle camerate ci fanno passare alla sala da pranzo. Il nostro tavolo è già pronto, una bottiglia di vino rosso da due litri è già in bella mostra al centro. Con questo ulteriore particolare ci sentiamo ancora di più a nostro agio. Una doverosa nota di merito va fatta alla "scarsa" cenetta che ci hanno preparato a base di antipasti di salumi, formaggi, pane e sottoaceti, due primi sia in versione veg* per me e Mirella che non, abbondanti secondi  e il dolce. Tutto cibo autoprodotto e fatto in casa...il posto merita anche solo per il palato!!!
Il mattino seguente dopo un altrettanto abbondante colazione lasciamo il rifugio per incamminarci di buon ora verso il sentiero 109 che parte proprio alle sue spalle.



La giornata è splendida, i colori dell'autunno ci regalano panorami veramente bellissimi. Il sentiero  tra bosco e crinale non presenta grosse difficoltà.
Davanti a noi l'imponente cima della pania della croce e sulla nostra sinistra il monte procinto.


Proseguiamo sul 109 fino allla foce di Petrosciana dove il sentiero si divide, da una parte una ferrata che sale sul crinale, dall'altra una più comoda via in mezzo al bosco. Qui io, Anatas ed Emiliano indossiamo l'imbrago e iniziamo ad arrampicarci sulle rocce. Mazzi e la Miralla ci guardano per un po' dal basso verso l'alto mentre noi iniziamo ad "attaccare" la roccia, poi ci salutano e prendono il sentiero.

Parto per prima, in teoria per dare delle dritte a Emiliano, mentre Anatas chiude il gruppo. Invece di fare da guida però, mi perdo a guardare il panorama, senza considerare nessuno. Mi rendo conto di essere davvero una pessima "guida" anche se in realtà, pur essendo poco esperto, Emi se la cava davvero bene, senza problemi sale sicuro. Dopo la ferrata ci ritroviamo di nuovo con Mazzi e Mirella e in poco tempo raggiungiamo il monte Forato che è di una bellezza davvero rara! Lo ammiriamo durante l'avvicinamento, da sotto l'imponente arco e in fine sopra di esso, dove facciamo una breve sosta per rifocillarci e riprendere un pò le energie.
Mantenendo sempre il 109 arriviamo ad un altro bivio, le foci di valli.


















Da qui inizia una dura e lunghissima salita per arrivare sulla cima della Pania della Croce. Ogniuno sale con il proprio passo e la salita non molla fino a che la roccia non prende il posto del prato. Qui ci troviamo di fronte ad un altro bivio: da una parte il sentiero ufficiale che continua sulla costa sotto la vetta, dall'altra si sale sulla cresta rocciosa per raggiungere il punto più alto della cima. Mazzi e Mire scelgono di proseguire per la via normale, io Emi e Anatas iniziamo ad arrampicarci sulla roccia. Il sentiero ci impressiona per la pendenza e l'esposizione, ma per fortuna gli appigli si trovano sempre abbastanza facilmente. La fatica è tanta, ma nel momento in cui alzando lo sguardo intravedo la croce sulla vetta, mi viene quasi da "correre" per raggiungerla. Le nuvole sono sotto di noi e ci circondano. I raggi del sole, penetrandovi in mezzo, creano splendidi giochi di luce rendendo ancor più emozionante il panorama:  difronte a noi, come per incanto, spunta il mare , dietro invece si affacciano le montagne del nostro adorato crinale.


Rimaniamo in vetta per un po' a godere di quello spettacolo unico che solo la natura può regalarci. Poi riprendiamo il cammino sulla cresta e iniziamo a scendere per un ghiaione e in poco tempo arriviamo al rifugio Rossi. Qui troviamo Mazzi e Mirella che ci aspettano e che, invidiosi del nostro racconto, ripartono subito per raggiungere anche loro la vetta.

Io Emi e Anatas non facciamo in tempo a mettere giù gli zaini che andiamo ad ordinarci una birra, ma sono solo le 15:30 e io ho ancora voglia di camminare.
Mentre Emi rimane a riposare, io e Anny riprendiamo il sentiero dietro al rifugio che porta alla Pania Secca.
Arriviamo solo fino ad un certo punto perchè per raggiungere la vetta ci vorrebbero quasi due ore e, pur avendo la frontale, non vogliamo rientrare con il buio.
A fine giornata ci ritroviamo tutti al rifugio, posto carinissimo che sembra più che altro un bivacco gestito. 


Oltre ai due gestori ci siamo solo noi, un'altra coppia e un ragazzo toscano che è li da due giorni ed è già di casa. L'atmosfera diventa subito famigliare, si chiacchiera, si beve e si spilucca mentre i gestori ci preparano la cena. Una volta pronta, decidiamo di unire i tavoli e di mangiare tutti assieme.
Chiacchierando scopriamo che il sentiero che avevamo intenzione di fare il giorno dopo è diventato impraticabile per le piogge dei giorni precedenti e quindi ci toccherà cambiare un po' il nostro itinerario.
Nel frattempo il sole cala e lascia spazio ad una notte con un fantastico cielo stellato. Il gestore ci avvisa che alle dieci staccherà la corrente ma con la sana stanchezza che ci sentiamo addosso nessuno di noi fa fatica ad addormentarsi....

Traccia Apuane Giorno 1

Secondo giorno

La sveglia del cellulare che mi sono dimenticata di togliere mi ricorda che sono le sei e quaranta del mattino.
Per  correre a spegnerla caccio i piedi giù dal letto (a castello) rischiando di spaccarmi una gamba!!!Spenta la sveglia butto l'occhio fuori dalla finestra e vengo immediatamente catturata dai colori magici dell'alba.Dormono ancora tutti. Io senza pensarci due volte mi butto una coperta del rifugio sulle spalle prendo la macchina fotografica e vado fori per scattare qualche foto.

Il silenzio e i colori dell'alba hanno un fascino irresistibile per me. Torno dentro al rifugio e per non perdere nemmeno un momento mi infilo gli scarponi senza nemmeno le calze per andare verso la pania secca a vedere il sole che si alza.
Mentre cammino in mezzo all'erba bagnata sento dei rumori di foglie e frasche che si muovono. Quando mi giro vedo un gruppetto di cinque mufloni. Mi fermo a guardarli e si fermano anche loro...


Mi sento decisamente una privilegiata a poter godere di momenti come questo a stretto contatto con la natura. Riprendendo a camminare raggiungo una collinetta ai piedi della pania secca da cui posso vedere la vallata immersa nella foschia dalla quale spuntano le vette più basse e il sole che sorge all'orizzonte.


Intorno a me la natura regna sovrana mi ci sento parte e godo di questo momento fino a che le mani non mi fanno male dal freddo. Mentre sono sul sentiero verso il rifugio con la mia coperta sulle spalle Emi e la Mirella da lontano mi scambiano per una "vecchia" e mi riconoscono solo quando li saluto da vicino....residui di alchool dalla sera prima?!!!
Tempo di aggiustare lo spallaccio del mio zaino che si è scucito e ci rimettiamo tutti in marcia verso la pania della croce riprendendo il sentiero 7. A foci di valli le nostre strade si dividono nuovamente. Io e Anatas che vogliamo fare anche la ferrata del monte procinto prendiamo il sentiero 131 che ci permette di accorciare un po' i tempi, mentre Mazzi la Mire ed Emiliano scelgono la via più lunga per foce Mosceta.
Camminiamo tra bosco e prato in un bel sentiero panoramico di mezza costa. Mentre siamo nel bosco abbiamo un altro incontro con i mufloni. Questa volta per un attimo abbiamo paura che ci vogliano caricare, in realtà probabilmente vogliono solo scappare perchè ci troviamo sulla loro traiettoria. Ci passaono vicinissimi uno di loro fa un salto enorme davanti ai nostri occhi. Dallo stupore oltre che a rimanere a bocca aperta io rimango inerme con la mia macchina fotografica in mano....una foto la scatto si, ma agli alberi!
Al bivio di Foce petrosciana imbocchiamo per un tratto il sentiero 6 poi l'8 che ci porta in direzione del procinto. Dai consigli della coppia che era al rifugio la sera prima iniziamo a camminare con il naso per aria per trovare l'attacco della ferrata. Come ci era stato detto non è nè segnata nè evidente. Infatti per pochi metri ci tocca di tornare indietro quando ci accorgiamo della scaletta. Solo quando sono ai piedi della ferrata mi rendo conto che si sale e si scende per la stessa via.....me lo avevano detto, l'avevo anche letto, ma non l'avevo mica capito!!!! E' la prima volta che mi capita di fare una ferrata che non ha altre vie di rientro! Ma data la conformità del monte (fatto a panettone) in effetti non può essere altrimenti.

Iniziamo a salire su per una scaletta che ci conduce fino alla roccia e da dove iniziamo ad arrampicare. La ferrata anche se esposta non è particolarmente difficile gli appigli si trovano sempre e la vista è bellissima.
Altra vetta raggiunta in due giorni! Altro panorama mozzafiato, altro regalo della natura!
La ridiscesa risulta meno difficile di quello che ci si aspettava e in poco tempo siamo di nuovo sul sentiero. Neanche a farlo apposta appena giù dalla ferrata sentiamo le voci degli altri. Tempismo perfetto!!!Il gruppo si è di nuovo ricompattato e siamo tutti soddisfatti del giro che abbiamo fatto! Dal sentiero 5 riprendiamo la via verso il nostro punto di partenza arrivo affrontando ancora un po' di salite.
Arriviamo al Matanna che il sole sta già calando. Non potevamo non finire il nostro giro fermandoci al bar per bere e rifocillarci, ma soprattutto per fare un brindisi a noi e ai panorami stupendi e ai due bellissimi giorni passati insieme!Come sempre ne vale tutta la fatica......viva noi!!!!

Tutte le foto sono nella gallery!!!

venerdì 28 ottobre 2011

Trecking lago santo monte giovo rondinaio

Ormai sono le 8:30 del mattino quando riusciamo finalmente tra ritardatari e dispersi nella bassa a riunirci tutti per lasciare la pianura modenese e dirigerci verso il lago santo modenese. Alla partenza ci siamo io Mazzi la Mirella Anatas Emiliano Pucci e Mauro. Giro programmato da Mirella itinerario "studiato" (nei dettagli ovviamente) da me ed Anatas con uno sguardo veloce alla mappa un paio di sere prima. Appena partiamo sbagliamo ad imboccare il sentiero e ormai che ci siamo improvvisiamo di proseguire in modo diverso...
Purtroppo il sole l'abbiamo lasicaito a Modena e ci tocca di incamminarci addentrandoci in mezzo alla nebbia nel bosco dentro al quale non camminiamo per molto essendo già abbastanza in quota.
L'erba e le piante sono ricoperte da ghiaccio e la nebbia si fa sempre più fitta. Poco dopo il bosco la salita inizia a fare sul serio e si passa un tratto bello ripido dove bisogna aggrapparsi alle rocce per salire stando attenti a non scivolare con il ghiaccio.
Mentre saliamo il panorama possiamo solo immaginarcelo anche se al di là della nebbia sembra che un timido sole ogni tanto voglia provare ad uscire
Siamo ancora sulla parte più fredda il versante modenese esposto a Nord . Stiamo raggiungendo il crinale che divide l'Emilia dalla Toscana e il paesaggio tra il bianco della brina e la nebbia a tratti è quassi surreale.
Stiamo per arrivare sulla prima vetta del nostro giro e mano a mano ch ci avviciniamo sembra che la nebbia si diradi.
Raggiungiamo la cima del Rondinaio, la nebbia va e viene regalandoci degli squarci spettacolari sulle Apuane da una parte il crinale con il cimone dall'altra e quando si apre del tutto riusciamo a vedere bene anche il mare all'orizzonte.

Godiamo del panorama attorno a nopi intanto che scattiamo foto e ci rifocilliamo con i nostri panini ghiacciati. Nei momenti in cui esce il sole la temperatura si alza subito di qualche grado e ci fa stare bene anzi meglio di quello che già stiamo!
Poi ci rimettiamo in marcia sul famoso 00 che in questo tratto è anche G.E.A (grande escursione appenninica) per raggiungere anche la cima del monte Giovo.



Nell'ultimo tratto la salita è sempre più pendente fino a diventare un sentiero attrezzato con cavi di sicurezza per aiutarsi a salire. Ultimo sforzo prima di raggiungere la seconda vetta della giornata e ricominciare a scendere. Il paesaggio intorno a noi è meraviglioso. Siamo sul crinale, da un lato il versante nord completamente ricoperto di bianco, dall'altro quello sud pieno dei colori dell'autunno con le loro mille sfumature calde. Il freddo continua ad essere pungente ma proprio nel momento in cui iniziamo la discesa il cielo inizia ad aprirsi sempre di più fino a lasciare spazio al sole.Arriviamo al rifugio appagati dallo splendido giro un po' affamati ma soprattutto assetati! Ci sta una birra...o forse anche tre e un brindisi a noi!